Quando basta uno smartphone
per raccontare il cyberbullismo

Quando basta uno smartphone
per raccontare il cyberbullismo

0

MACERATA – Elisa Ramadani, Giulia Marchionne, Alissia Wu della classe 2A del liceo artistico “Cantalamessa” raccontano la loro adesione al progetto Red e la scelta di affidarsi alla tecnica fotografica

cyberbullismoRaccontare bullismo e cyberbullismo attraverso le foto fatte con uno smartphone. E’ questa la sfida accolta da alunni e alunne del liceo artistico “Cantalamessa” di Macerata dopo aver partecipato al progetto dell’associazione Red (Rete educazione digitale). A raccontare i diversi momenti del progetto sono Elisa Ramadani, Giulia Marchionne, Alissia Wu della classe 2°A che hanno scritto un articolo in merito durante l’ora di Arc.

di Elisa Ramadani, Giulia Marchionne, Alissia Wu

“E’ facile prendersela con i più deboli”: per affrontare questo problema così attuale, il Liceo Artistico “Cantalamessa” di Macerata ha messo in atto il progetto Red, per tutte le classi seconde, per discutere i rischi e i vantaggi della rete. Il progetto è partito a novembre, sono stati organizzati tre incontri con esperti di giurisprudenza e della polizia postale. Tramite video, esempi chiarificatori e discussione aperta, i professionisti del settore hanno illustrato le grandi potenzialità ma anche i limiti della rete che, a volte, se usata in maniera sbagliata può causare molta sofferenza a tanti ragazzi.
Dagli incontri si è acquisita maggiore consapevolezza sull’uso dei social e di internet. Si è compreso che postare foto e video propri e di altre persone, senza l’autorizzazione, è sbagliato perché, a volte, dietro uno schermo ci si comporta senza riflettere sulle conseguenze che certe azioni hanno. Inoltre è risultato chiaro che se si è vittima di cyber-bullismo non bisogna avere paura perché non si è soli, gli amici, i genitori, i professori, gli psicologi, la polizia postale sono pronti ad aiutare.
cyberbullismo_storyboardCon le insegnanti di Lettere si è aperta una discussione supportata da letture di storie vere e la scrittura di elaborati in cui gli studenti hanno potuto aprirsi in forma anonima, raccontando loro esperienze o esprimendo proprie opinioni sull’importanza che tali progetti hanno.
Per approfondire ancor di più l’argomento la docente di Discipline grafiche e pittoriche, la professoressa Flavia Paniccià, ha proposto, alle sue classi seconde un progetto fotografico, dal titolo “Saper vedere”, per un uso più consapevole dello smartphone come mezzo comunicativo ed espressivo. Insieme al presidente del fotoclub di Potenza Picena, Giuliano Margaretini, durante alcune lezioni, la docente e l’esperto hanno spiegato come utilizzare al meglio la macchina fotografica dello smartphone per produrre uno scatto “perfetto”. Hanno poi parlato dello storytelling come tecnica di narrazione per poter informare, orientare e motivare e hanno proposto di scriverne uno. Gli studenti, quindi, divisi in gruppi hanno cercato un argomento verosimile per il proprio storyboard. A questo punto si è passati alla fase laboratoriale in cui si sono potute esprimere capacità, competenze e creatività.
Con gli smartphone sono stati realizzati parecchi scatti, prima di prova e infine definitivi e lo storyboard si è trasformato in una serie di fotografie.
Noi studenti siamo stati i veri protagonisti sia nella progettazione che nella realizzazione del lavoro, abbiamo potuto scegliere i luoghi dove scattare ed anche i soggetti da inquadrare. E’ sempre piacevole poter fare un lavoro di gruppo in cui ragazzi con diversa personalità e creatività possono lavorare insieme
«Abbiamo compreso  – ci ha detto Giulia Marchionne – che tramite la fotografia possiamo raccontare delle storie dove non è necessario l’uso della parola e la resa non è meno importante né meno bella».

 



Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.