Una mattinata densa di emozione, quella che hanno vissuto ieri gli alunni e le alunne del triennio del Liceo “Leopardi” di Cingoli ascoltando nell’Auditorium Santo Spirito le parole della professoressa Lucrezia Ercoli.
Lucrezia Ercoli attualmente insegna “Storia dello spettacolo” all’ Accademia delle Belle Arti di Bologna e dal 2011 è direttrice artistica di “Popsophia” il festival internazionale di “pop filosofia” che si svolge nelle Marche. È ospite fissa del programma televisivo “Terza pagina” di Rai5 e scrive di filosofia e cultura pop sul quotidiano “Il Riformista”. E’ autrice di diversi saggi, libri e monografie e nel 2022 ha pubblicato Yesterdey.Filosofia della nostalgia, saggio filosofico del quale ha oggi ha raccontato con chiarezza ed espressività agli studenti del liceo attenti ed interessati.
Il focus è stato il tema della nostalgia, «Pensando alla nostalgia non si può non parlare di Ulisse che di fronte al mare, in un’isola che non è la sua, quasi si rassegna ad un destino che lo vuole naufrago, errante e sofferente. Non saprebbe dire che male lo affligge, ma forte è il desiderio di tornare a casa dai suoi cari. La sua è nostalgia, ma non lo sa. I greci infatti non conoscevano la parola che è giunta a noi come “nostalgia”. Questa si deve al medico svizzero Johannes Hofer che nel XVII secolo la usò per descrivere una particolare malattia che avevano i soldati in guerra e che li portava a disertare dopo aver ascoltato i canti della propria terra lontana. Ma come descrivere un sentimento così profondo? Unì la parola nóstos che in greco significa ritorno ad άlgos, ovvero dolore, coniando così un termine che indicasse il dolore del ritorno: nostalgia. La nostalgia d’altronde cos’è se non quel sentimento che si prova quando si è lontani e si sente la mancanza di casa o in generale di persone o luoghi impressi nel cuore? Quando si sente un dolore nell’anima e gli occhi improvvisamente si riempiono di lacrime al solo ricordo di quel “ieri” che non c’è più. E come non pensare alla canzone dei Beatles, Yesterday, in cui la nostalgia diventa rimpianto per un amore che non può tornare ad essere com’era? Ma la vera domanda, forse, non è dove o a quale epoca vorremmo tornare, ma a cosa. Spesso pensiamo di rimpiangere il luogo delle origini, il paese natale, quando in realtà si rimpiange quello che eravamo allora». Ricorda Ercoli: «La nostalgia non è un meccanismo oggettivo, è selettiva e ci espone a cambiamenti dell’immaginazione. Oggi poi viviamo la nostalgia nell’era della riproducibilità tecnica, se una volta i ricordi erano personali, legati alla nostra unicità, oggi le immagini i suoni, sono riprodotti e condivisi in modo da far diventare nostri anche i ricordi che non abbiamo vissuti, generando una corrispondenza tra individuale e collettivo: un fenomeno che viene sfruttato dal marketing producendo un supermercato della memoria, dove andiamo a comprare ricordi. Basti pensare al successo della trasmissioni che ripropongono canzoni e spezzoni televisivi del passato, apprezzati anche chi all’epoca non era ancora nato, o alle decine di pagine e gruppi sociali dedicati a quelli che erano giovani negli anni sessanta, settanta, ottanta. In questo modo i media svolgono un ruolo fondamentale nel costruire una nostalgia generazionale che si condivide con chi ha visto quel cartone animato o ascoltato quel tormentone. Un fenomeno che i social sfruttano contribuendo ad abbreviare il tempo della nostalgia, basti pensare a come Facebook ci riproponga quotidianamente ricordi anche recenti.
Oggi il passato non è mai stato così presente. La nostalgia ha infettato tutto e la nostalgia, da sempre, è il sentimento dominante della “crisi”. Quando il presente è opaco e il futuro incerto, quando i cambiamenti sono troppo repentini e disorientanti, ci si tuffa nella nostalgia che ricostruisce un passato idilliaco, seleziona i ricordi positivi, sfronda i dettagli dolorosi, rinsalda le sicure radici. Il suono della fotocamera del nostro smartphone riproduce il click di scatto di una macchina analogica. Il meccanismo della nostalgia comincia da qui, da una profonda contraddizione insita nella promessa tecnologica del nuovo millennio, che sembra fondarsi proprio sul bisogno di re-immaginare il passato, invece che inventare il futuro. Ma forse è proprio dove si avverte il bisogno di tornare indietro che comincia a delinearsi il futuro».
Ed è con questa riflessione che Lucrezia Ercoli ha lasciato gli studenti che alla fine della lezione entusiasti e profondamente colpiti dalle sue parole le hanno rivolto delle interessanti e sentite domande.
Presente all’incontro l’assessora alla Cultura del Comune di Cingoli Martina Coppari che ha ringraziato Lucrezia Ercoli per il suo proficuo intervento.