Marco Bocci “Zingaro” a Tolentino
«Uno spettacolo per emozionare
e far riflettere»

Marco Bocci “Zingaro” a Tolentino
«Uno spettacolo per emozionare
e far riflettere»

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VOCI DAL TEATRO – Continua il progetto del “Filelfo”. La recensione del monologo del noto attore

lo_zingaroOrmai da diversi anni l’IIS Filelfo di Tolentino in collaborazione con Compagnia della Rancia e Cronache Maceratesi Junior porta avanti il progetto “Voci dal teatro”, volto alla sensibilizzazione del linguaggio teatrale da un lato e alla valorizzazione delle eccellenze dall’altro. In particolare una redazione scelta, composta da cinque studenti e studentesse del liceo classico e scientifico, partecipa agli spettacoli della stagione del Teatro Vaccaj di Tolentino in posti riservati, e scrive una breve recensione, arricchita spesso da interviste agli attori. Il progetto vede coinvolti Francesca Feliziani e Sofia Lacava della IV A liceo scientifico, Leonardo Cruciani, Eva Diomedi e Francesco Feliziani della IV A del liceo classico, sotto la guida e la supervisione delle docenti.

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di Sofia Lacava

“È uno spettacolo molto intimo, che va seguito. Quello che mi auguro è che ci siano almeno due cose: uno, un’emozione, due, una riflessione. L’emozione è costruita in maniera tale che possa arrivare alla fine, quando meno te lo aspetti, mi auguro che faccia nascere delle domande, delle riflessioni su se stessi, sulla propria vita.”
Queste le parole di Marco Bocci, egregio interprete del monologo in scena sabato al teatro Vaccaj di Tolentino: “Lo Zingaro – non esiste curva dove non si possa sorpassare”, prodotto da Stefano Francioni, regia di Alessandro Maggi, con autori Marco Bonini, Gianni Corsi e lo stesso Marco Bocci.

marco_bocci«Questa non è la storia di un sogno, è la storia di una malattia”: quel filo sottile che diventa passione, ossessione e che poi ti salva la vita. Lo Zingaro, è così che lo chiamano, è “malato”: la sua casa è la pista, non esiste musica più dolce, orchestra meglio intonata delle ruote che graffiano l’asfalto, dei motori furiosi che ringhiano, e sorpassano, e sfrecciano fino alla vittoria. Lo sguardo dello zingaro è lo sguardo ruggente di chi ha il coraggio di vivere di emozioni, di passione e ossessione, di chi vive del suo mito: Ayrton Senna.

Guardando il casco giallo, con quella striscia verde e quella blu, guardando il numero 24 fuggire e rincorrere, lo Zingaro cerca se stesso: dopotutto sembrano davvero incredibili le affinità tra la sua e la vita del campione. Negli occhi di entrambi brilla la vittoria, la bandiera a scacchi, la scacchiera sotto i piedi di Marco Bocci che durante il monologo sta giocando “La Partita”. Ma quel 1 maggio 1994 le pedine sulla scacchiera crollano: Ayrton Senna perde la vita sulla pista, davanti agli occhi di tutti, riflesso nello sguardo assente dello Zingaro.

filelfo

Lo staff di “Voci dal teatro”

24 anni dopo (proprio come il numero del campione), è il 1 maggio 2018 ed è lo Zingaro ad essere in pista che nonostante la febbre alta decide di correre anche la seconda gara. L’entusiasmo e la determinazione del pilota, l’esultanza della sua famiglia, poi, il terribile “miracolo”: l’incidente.
È qui che i destini dei due piloti si separano: il 1 maggio del 2018, grazie a quella passione, ossessione, a quell’incidente, viene ricoverato e allo Zingaro viene diagnosticata una malattia senza sintomi, per questo quasi mai presa in tempo.

La “malattia” della passione, dell’ossessione: è quella che ci salva la vita, quel coraggio di vivere di emozioni, di abbracciare, come fa Marco Bocci in scena, i due re della scacchiera: la disgrazia e il miracolo, la passione e l’ossessione, entrambi i piloti, profondamente umani, che come ognuno si rivelano poi essere semplici pedine in una partita immensa e travolgente che dichiara scacco matto 24 mosse prima.



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