«Non chi comincia ma quel che persevera,
il monito della Amerigo Vespucci
che sta a cuore a noi studenti del quinto»

«Non chi comincia ma quel che persevera,
il monito della Amerigo Vespucci
che sta a cuore a noi studenti del quinto»

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SCUOLA – Le classi 2C e 5D del liceo scientifico Galilei di Macerata hanno visitato la nave più bella del mondo per poi recarsi al treno della memoria e omaggiare il Milite Ignoto. Elena Paoli racconta il significato di questa esperienza per i giovani e le giovani partecipanti

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Le due classi con la dirigente Roberta Ciampechini davanti alla Amerigo Vespucci

Doppio appuntamento ad Ancona per le classi 2C e 5D del liceo scientifico “Galilei” di Macerata che hanno visitato la nave Amerigo Vespucci e il treno della memoria con omaggio al Milite Ignoto. A raccontare l’esperienza fatta è Elena Paoli, studentessa del 5D.

di Elena Paoli

“Non chi comincia ma quel che persevera”
Così recita la targa esposta sul ponte del nostro gioiello navale tutto italiano, l’ Amerigo Vespucci, che noi ragazzi e ragazze delle classi 2C e 5D abbiamo avuto la fortuna di visitare nei giorni scorsi. Ben noto è l’appellativo con cui ormai comunemente ci riferiamo a questo orgoglio dei mari, ossia “la nave più bella del mondo”, ma forse non tutti conoscono l’aneddoto che si cela dietro tale fiera denominazione: sono stati proprio i marinai presenti a bordo a raccontarcelo.
amerigo_vespucci_treno_memoria_scientifico-5-1024x768L’Amerigo Vespucci nacque nel 1931 come una nave-scuola con funzione prettamente addestrativa e ad oggi detiene il primato di Unità più anziana a servizio della Marina Italiana. Solo nei primi anni ‘60, però, si guadagnò tale appellativo, dopo l’incontro, in pieno Mediterraneo, con la portaerei americana USS Independence, la quale, alla vista dell’elegante imbarcazione italiana, non poté che esclamare: “siete la nave più bella del mondo”, un appellativo destinato a passare alla storia.
Ciò che tuttavia resta ancora più impresso è sicuramente il suo motto, un messaggio di dedizione, pazienza, perseveranza e coraggio, messaggio che, a noi ragazzi e ragazze del quinto anno, sta particolarmente a cuore, poiché risuona come monito perfettamente calato nel nostro percorso scolastico, che ormai sta volgendo al termine. Un percorso che non abbiamo avuto l’occasione di vivere a pieno, purtroppo, a causa delle interruzioni legate alla pandemia, ma che ci ha dato ugualmente l’opportunità di maturare e di crescere insieme tanto sotto l’aspetto scolastico, quanto, soprattutto, dal punto di vista sociale e relazionale. A tal proposito, all’uscita di giovedì ha preso parte anche la nostra dirigente, Roberta Ciampechini, con la quale abbiamo avuto l’occasione di trascorrere un’interessante mattinata.
amerigo_vespucci_treno_memoria_scientifico-12-1024x768Non è stata però solo l’Amerigo Vespucci ad infondere e trasmettere un messaggio di eroismo e costanza. Parte della mattinata è stata dedicata alla cerimonia in onore del Milite Ignoto, l’eroe senza nome simbolo delle sofferenze e delle perdite di un’Italia ancora giovane. Il Milite Ignoto non rappresenta solo uno dei tanti eroici combattenti caduti in nome della Patria o uno dei tanti giovani mandati al fronte a combattere contro un nemico sconosciuto, o ancora uno dei tanti figli mai più tornati a casa; egli incarna gli ideali di tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria, che hanno lasciato la loro identità tra i campi atroci dell’altopiano, e che meritano di essere ricordati con onore e dignità dalla Nazione che essi stessi hanno contribuito a formare e delineare. Il transito simbolico del treno del Milite Ignoto rappresenta il passaggio di un ideale di coraggio, unione e sacrificio, un treno destinato a marciare di generazione in generazione, portando con sé la volontà di onorare tutti gli Italiani che si sono battuti per dare un’orgogliosa identità al nostro popolo e offrire un significato a quel concetto di “patria” così astratto, che tutt’oggi resta difficile da delineare. Questo ci ha regalato l’esperienza trascorsa: non solo due pagine di storia, ma una preziosa lezione di Educazione Civica tra speranza e perseveranza.

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