di Leonardo Luchetti
Non sempre ci si rende conto della ricchezza culturale, artistica e paesaggistica di cu il nostro territorio dispone, forse perché viene data per scontata, ci si abitua vedendola ogni giorno, quindi alla lunga non ci sembra niente di speciale, ma lo è. Per questo, grazie alla vasta e accurata conoscenza, della storia e del territorio, del professor Stefano Papetti, uno dei massimi esperti, possiamo scoprire come la nostra provincia e la nostra regione siano scrigni colmi di opere stupende e storie affascinanti.
«La provincia di Macerata, come tutti noi possiamo vedere, – ha detto durante un partecipato incontro nell’abbadia di Fiastra – è un territorio armonioso, dove arte e paesaggio si incontrano, dando vita ad un connubio perfetto, cosa che già i viaggiatori del passato apprezzavano e quindi venivano a visitare; anche perché ci fosse stato solo un paesaggio spoglio, o singoli monumenti fuori da un contesto, magari non sarebbero venuti, ma quello che li stupiva, era proprio la straordinaria armonia, che tutti, a partire dai contadini fino ad arrivare agli artisti più importanti, hanno creato sulla base che offriva, e tutt’oggi offre, e per questo noi, ma soprattutto voi giovani, dovreste impegnarvi per valorizzare i vostri luoghi al massimo. In questa provincia, facendo pochi chilometri si possono raggiungere mare, montagne, colline, fiumi, valli e molti altri ambienti, e questo permette sia lo svilupparsi di attività, inerenti al settore primario di diversi tipi, a partire dalla pesca, fino alla pastorizia, passando per l’agricoltura; e questo non lo abbiamo scoperto noi, già i Romani lo avevano intuito, per questo avevano fatto molti insediamenti, dei quali il più famoso è quello di Urbisaglia. Questo ci fa capire che duemila anni fa le nostre valli non solo erano abitate, ma addirittura disponevano di una ricchezza tale da poter costruire, monumenti imponenti come, teatri anfiteatri, che ancora oggi noi possiamo vedere».
Ed è proprio su questi monumenti che il professor Papetti si concentra: «La fioritura del territorio marchigiano, come possiamo intuire non si è fermata ai Romani, bensì è continuata anche durante il rinascimento, a poca distanza da qui abbiamo le corti di Camerino e Urbino, che hanno fatto da modello per tutte le altre, portando da noi anche pittori molto importanti che hanno conoscere le innovazioni del Rinascimento portate dalle altre città italiane. L’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, mi fa pensare a quanto siano stati secoli importanti per le Marche, il Seicento e il Settecento, questo perché in quegli anni abbiamo assistito ad una rifioritura dell’agricoltura, cosa che ha messo a disposizione dei proprietari terrieri molto denaro che spesso hanno investito nell’arte. I Cistercensi, che sono un ordine che portò il Gotico in Italia, edificarono l’Abbazia, che è stata in seguito acquistata, insieme al vasto territorio che lo circonda, di quasi 200 ettari, dalla famiglia Giustiniani-Bandini, che creando un associazione, ha mantenuto in vita questo luogo, ma addirittura si è resa testimonia del livello culturale del passato; questo ci deve far capire come luoghi che noi oggi riteniamo fuori dalle dinamiche economiche e culturali, nel passato fossero al centro di una grande attività che vede le Marche e la Provincia di Macerata protagoniste.».
Quanti cittadini sono sensibili alle visioni del prof. Papetti? Queste visioni hanno una realtà che potrebbe portare altri milioni di turisti italiani ed esteri nella Marche. Abbiamo un ricco piatto, che ancora rimane sconosciuto, o poco utilizzato dalle nostre comunità. Non parlo del “popolo minuto”, che da sempre è stato massa ignorante – seppure umana – da sfruttare. Mi riferisco ai colti, ai benestanti, che nell’arricchirsi dovrebbero come controparte cominciare ad amare la Storia nelle sue multiformi espressioni.
Il Turismo è il nostro petrolio. Per averlo dobbiamo mobilitare e dare potere ai diversi prof. Papetti che abbiamo nella regione. Ma se le amministrazioni locali, provinciali e regionali non si muovono, le ricchezze illustrate dal prof. Papetti non porteranno il petrolio nelle nostre casse e il benessere nelle nostre case..