venerdì, Ottobre 11, 2024

Paolo Principi, la carriera
e i successi del campione azzurro:
«Ho passato più tempo ad allenarmi che a casa»

INTERVISTA all'atleta reduce dal secondo posto alle final six dei campionati italiani di ginnastica artistica

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Paolo Principi

di Matteo Antonetti*

Reduce dal secondo posto alle final six dei campionati italiani di ginnastica artistica, l’atleta maceratese della virtus Pasuqualetti e dell’aereonautica militare Paolo Prinicpi ci racconta i suoi successi e le difficoltà della sua carriera.

Innanzitutto congratulazioni per il risultato delle final six di quest’anno. Ci racconti che esperienza è stata.

«Grazie, è stato un campionato complesso per tutta la squadra. Uno dei miei compagni ha avuto uno strappo alla prima prova e un ginnasta ucraino non è riuscito a completare tutto il campionato perché è scoppiata la guerra. Inoltre un ragazzo è caduto dalla sbarra in semifinale e l’hanno dovuto medicare. Insomma ci sono state una serie di vicissitudini, ma siamo molto contenti per il risultato e per gli esercizi svolti che sono stati di ottimo livello».

Quando ha iniziato a fare ginnastica e cosa l’ha spinta ad intraprendere una carriera nello sport?

«Ho iniziato a cinque anni, mia sorella faceva già ginnastica e l’ho seguita. Poi si è formato un gruppo di amici e ho iniziato ad allenarmi sempre di più fino ad andare in palestra 2 volte al giorno. Ho avuto la fortuna di diventare un’atleta dell’Aereonautica militare e sono riuscito a portare avanti anche gli studi laureandomi in Giurisprudenza».

Quali sono le qualità principali di cui un’atleta ha bisogno per iniziare a praticare questo o qualsiasi sport?

«Innanzitutto bisogna divertirsi che è la cosa più importante, poi ovviamente la costanza e la voglia di fare. Bisogna fare sicuramente dei sacrifici come non andare alle feste o passare più tempo con gli amici, ma alla fine si ottiene comunque qualcosa in cambio. Se si vuole raggiungere un certo livello e avere delle soddisfazioni bisogna darsi delle priorità».

Moltissimi atleti vedono il debutto in nazionale come il massimo traguardo della carriera, com’è stato per lei indossare i colori azzurri?

«E’ stata un’emozione indescrivibile e sicuramente un onore e un grandissimo orgoglio rappresentare il Paese sia da junior sia nel campionato europeo. Ho iniziato nel 2006 con i giovani e due anni dopo sono arrivato nella squadra maggiore. Sono stato fortunato ad avere dei campioni olimpici ad aiutarmi sia a livello sportivo sia come esempi di vita».

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Quali sono state le persone che le sono state più vicine durante la carriera?

«Sicuramente la mia famiglia, gli amici e tutte le persone che si sono alternate nel corso degli anni. Nell’ultimo periodo soprattutto mia moglie, anche lei una sportiva, con cui ho avuto un figlio poco fa. Insomma tutta la famiglia allargata mi è stata vicino. Inoltre, poiché  ho quasi passato più tempo ad allenarmi che a casa in questi anni non posso non ringraziare il mio allenatore Sergio».

Qual è stato invece il momento più difficile della sua carriera?

«Probabilmente l’infortunio al tendine d’Achille nel 2017. Infatti, fui molto sfortunato perché ci fu un’altra caduta un mese dopo l’intervento e i tempi di recupero si allungarono parecchio. Fu un infortunio abbastanza grosso anche perché avvenuto in età avanzata e quindi da lì, fu molto difficile ritentare nel giro della nazionale».

Qual è stato invece il risultato più bello della tua carriera?

«Il ricordo più bello probabilmente la vittoria ai giochi del mediterraneo per la bellezza della gara e dell’ambiente.

A livello emotivo sicuramente i giochi di Berna del 2016 perché venivamo da una brutta prestazione e avevamo una gran voglia di riscatto. A livello di risultato sicuramente il campionato del 2014».

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Che cosa consiglia ai giovani che iniziano questo sport?

«Come ho detto prima di divertirsi perché è la prima cosa. Non devono avere paura delle difficoltà o degli sforzi perché li porteranno ad avere un risultato. Non devono demoralizzarsi quando arrivano i primi errori perché sono importanti per migliorarsi».

Per molti ragazzi la cosa più difficile da rispettare è la dieta, quanto è importante secondo leie?

«A volte si pensa che conti solo ciò che si fa in palestra, ma quello serve per sviluppare solo l’aspetto tecnico. Conta anche tutto ciò che c’è intorno e l’alimentazione è sicuramente una componente importante insieme alla preparazione fisica e all’aspetto psicologico. Quest’ultimo è stato fondamentale per me, anche se alcuni credono che bisogna andare dallo psicologo solo se si sta male. Invece questo può essere importante in qualsiasi momento come lo è stato per me».

Che cosa ha in serbo per il futuro?

«La mia carriera agonistica ormai si avvicina al tramonto per via dell’età e degli impegni che ho messo al posto principale. Ora ci sarà il campionato italiano assoluto in ottobre e poi valuterò con la federazione e l’aereonautica. Ragionerò step by step».

*Matteo Antonetti, studente del liceo “giacomo Leopardi” di Macerata. Articolo realizzato nell’ambito del progetto Alternanza scuola lavoro

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