Da bambini, venivamo catapultati dal “C’era una volta” in mondi fantastici abitati da fate, draghi, castelli, principi, principesse e dove il bene sconfiggeva sempre il male. Di questi tempi di male, di morte, di paura ne sentiamo tanto parlare e, ahimè, ne sentiremo ancora e “forse noi adulti dovremmo chiedervi scusa perché vi stiamo regalando un mondo fatto di gente che spara, che uccide, che sporca…”
Così Luca Pagliari, giornalista, autore del libro “Cuoriconnessi”, mercoledì ha esordito durante il suo intervento nell’aula magna dell’ITE Gentili, catturando sin da subito la platea di liceali delle classi terze dello scientifico “Galilei” di Macerata.
Perché “Lezione di storie”? Perché «nulla come una storia è in grado trasformarsi in esperienza[..] Non sono qui per insegnarvi qualcosa o per farvi i soliti discorsi convenzionali fatti di giudizi e consigli diretti – continua Pagliari – ma per raccontarvi delle storie di vita, a volte anche molto belle».
Non a caso Pagliari viene definito un cantastorie moderno. «La storia è maestra di vita» giustamente ha ricordato l’avv. Giancarlo Giulianelli, intervenuto quale Garante Regionale dell’infanzia e dell’adolescenza ed anche lui ha condiviso con i ragazzi e le ragazze alcune sue storie personali e professionali come quella di Daniel, 17 anni, presentatosi a casa sua dopo essere fuggito dall’Ucraina e da un destino segnato da armi, terrore e morte.
«Non c’è io senza tu è la formula della soddisfazione, dell’appagamento del nostro essere per l’altro – continua Carla Urbinati, psicologa, dell’ufficio del Garante – anche se la guerra porta a dire o io o tu, noi dobbiamo puntare sul non c’è io senza tu».
Dinanzi ad una platea silenziosa e attenta, Pagliari fa navigare in storie vere, di straordinaria umanità: donne e uomini che hanno trovato la chiave giusta per affrontare e superare sfide e ostacoli, realizzare sogni, misurandosi con dure prove, ora legate alla guerra Ucraina/Russia con Pavel, diciottenne al fronte, che grazie alla potenza della rete riesce di tanto in tanto a comunicare con i genitori e a far loro sapere che ancora è vivo, oppure Veronica, vittima di bullismo da parte dei compagni di scuola, che oggi sta cercando di riappropriarsi della sua vita, iniziando con il perdonare chi le ha fatto del male.
«Chi l’ha detto che il treno passa una sola volta nella vita? Se ci teniamo veramente, possiamo anche farcela a piedi ….penso a quel polveroso – voi siete il futuro – impregnato di naftalina e mi viene da sorridere. Il futuro è iniziato da sempre ma ancora pochi lo sanno. Non aspettate che vi si presentino le occasioni ma andatevele a prendere» conclude Pagliari, che ha reso con la sua modalità narrativa originale ed efficace che oscilla tra il giornalismo e la piece teatrale, studenti e studentesse protagonisti di storie e non semplici spettatori.