di Leonardo Luchetti
«Il successo è un participio passato». Luca Pagliari, giornalista, storyteller (“un moderno cantastorie, “ladro” di emozioni, sentimenti, parole, immagini” così lo ha definito Andrea Foglia), comunicatore e autore, non si ritiene di successo, ma in continua evoluzione. Nella sua carriera ha curato soggetto e regia di molti docufilm, ha condotto decine di programmi e di servizi per conto di Rai uno, Rai tre e Rai educational, ed inoltre ha anche un lungo trascorso in radio come Rds, Radio DeeJay e radio 24. Luca Pagliari è stato ospite a “Io desidero”a Civitanova nella serata del 9 luglio e ha entusiasmato il pubblico con le sue fantastiche esperienze e la sua ammirabile carriera. A lui come abbiamo fatto con Adrian Fartade ospite della prima serata, abbiamo chiesto: “Cosa hai desiderato e cosa desideri?”
«Da piccolo desideravo fare quello che faccio adesso, ho avuto la fortuna di realizzare il mio sogno, ero molto curioso e il giornalismo era la mia passione sin da bambino; ritengo che l’interesse che avevo riguardante la comunicazione mi abbia aiutato a raggiungere il mio sogno, nonostante anche il regista e lo scrittore mi piacevano come professioni, la comunicazione, mi interessava sotto ogni forma. Gli obiettivi che ho raggiunto, mi interessano poco perché sono una persona sempre proiettato sul futuro “il successo è un participio passato”, però i traguardi che mi hanno reso orgoglioso sono stati i libri e i documentari sulle tematiche giovanili, e soprattutto le persone che mi dicono di sentirsi meno soli, perché capiscono che i problemi non li hanno solo loro».
L’ideale che segue è quello del giornalismo intenzionale, che significa fare informazione volta sempre al miglioramento di ciò che abbiamo intorno, e non è la mera notizia di cronaca ma l’analisi e l’approfondimento con l’obiettivo di produrre una riflessione profonda su quel problema. «Io non mi sento un giornalista di successo, mi sento più un giornalismo che cerca sempre contenuti, e questo per me è un successo personale. In futuro mi piacerebbe trattare sicuramente l’uso della rete e del web, in modo da farlo diventare funzionale alla crescita umana, la capacità di comprendere l’importanza della vita, la droga, l’alcol, il cyber bullismo, il razzismo e le pari opportunità; questi sono tutti argomenti che riassumono il mio modo di combattere per un mondo più giusto».
«Volevo fare l’esploratore, ora sono sui palchi social» I desideri di Adrian Fartade