Entusiasmo e voglia di “sporcarsi le mani”: sono questi gli ingredienti principali che hanno animato i primi 10 ragazzi e ragazze tra i 16 e i 21 anni che ieri mattina hanno iniziato a lavorare a Morrovalle al progetto “Ci sto? Affare fatica!” su iniziativa della Regione, con lo scopo di rendere la città un posto migliore.
Il progetto ha ricevuto sorprendentemente una grande risposta dai giovani di Morrovalle: infatti, il numero degli iscritti ha superato le aspettative, tanto che oltre alle tre squadre di 10 ragazzi e ragazze ognuna che si alterneranno nelle prossime settimane, ci sono anche diversi riservisti pronti a fare questa esperienza di cittadinanza attiva e volontariato.
I giovani, con la guida della tutor Giulia Pagan e dell’handyman Rodolfo Lattanzi, che ha fornito loro le competenze tecniche, dalle 8,30 alle 12,30 come primo compito hanno iniziato a ripulire e rimettere a nuovo le fioriere presenti all’esterno del palazzo comunale in piazza Vittorio Emanuele.
Nei prossimi giorni tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, sistemeranno le ringhiere e le staccionate del centro. Inoltre, settimanalmente ogni partecipante riceverà un “buono fatica”, una sorta di premio sotto forma di buono acquisto dal valore simbolico di 50 euro spendibile nei negozi convenzionati.
Lodevole iniziativa. Grazie ai partecipanti e agli organizzatori !!!!
anche le panchine lungo il “PINCIO” dovete fare. che è IMPORTANTE più di tutto.
Grazie a Cronache Maceratesi, che ci fa ben sperare nel futuro. Ho 81 anni e i giovani non li capisco. Li credo senza testa. Ma quando li vedo lavorare in amicizia in progetti positivi mi si allarga il cuore. Allora, l’amore verso il Bello, il Buono, il Vero non è comparso dal cuore dei giovani… A Corridonia, l’antica Montolmo, si sta formando un progetto di vita basato sull’amicizia. E’ il sogno di un giovane musicista – Francesco Frank Ricci – che sta coinvolgendo altri sognatori. L’esperienza di Morrovalle non potrebbe essere riproposta a Corridonia? Ormai la vecchia politica è finita: si sta parlando solo “addosso”, nell’incomprensione dei giovani. Nè noi anziani possiamo proporre qualcosa che non sappia di “antico”. Perciò mi metto vicino a dei giovani. Lo dico con commozione: molti anni fa ci battevamo seguendo chi, da maturi, aveva rischiato la vita, ovunque fosse schierato. Adesso, ragazzi, dateci uno scopo per continuare a batterci.