C’era una volta un “tipo strano” che faceva cose mai viste o sentite, viveva in fantasticherie e inventava bizzarrie. Chi sarà?
“Il Tipo Strano”
di Mario Monachesi
Con la forchetta
mangiava la minestra
col cucchiaio
apriva la finestra.
Con l’imbuto
affettava il pane
col digiuno
placava la fame.
Con le uova
puliva la cicoria
col silenzio
faceva baldoria.
Col lavoro
sempre oziava
col divano
tanto camminava.
Col setaccio
beveva il vino
con il ferro
stirava un pino.
Quando una firma
doveva in calce
l’apponeva
con la falce.
Con il treno
per Messina
cucinava
la gallina.
Con la nave
mai varata
raggiungeva
Macerata.
Un tipo stravagante
vissuto anni addietro
non si chiamava
né Vincenzo né Pietro.
Chi l’ha conosciuto
dice sornione
sembrava fatto
col falcione.
Senza meno
un tizio strano
ma non più di quanti
oggi incontriamo.