Elisa Re, studentessa del 4 G del Liceo Classico e Linguistico “G.Leopardi” di Macerata, ha trascorso tre mesi negli Stati Uniti. tre mesi che si sono conclusi con le elezioni presidenziali. Inviata d’eccezione per Cronache Maceratesi Junior, al suo ritorno a casa racconta come le hanno vissute gli americani.
di Elisa Re
Spendere tre mesi in America è certamente un’esperienza unica, soprattutto se si ha anche la possibilità di assistere alle elezioni.
Sono arrivata nello stato dell’Ohio, più precisamente a Toledo, ad agosto, e già allora vedevo nei giardini delle abitazioni cartelli che suggerivano idee politiche ai cittadini: “Keep America Great” e “Trump 2020” dai sostenitori del presidente del momento, e “Unite for a better future” e “Biden for president” da chi si schierava per l’avversario democratico.
Con l’avvicinarsi di quel fatidico 3 novembre, sentivo sempre più spesso voci per i corridoi della scuola, per i negozi nei centri commerciali e per le strade della città: ambedue le parti pensavano che il nome che avrebbero sentito accostato alla parola “vincitore” sarebbe stato quello di Donald Trump e non Joe Biden.
Sempre più ragazzi e ragazze della mia età hanno iniziato a condividere post nei social media invitando i cittadini in grado di farlo, ad andare a votare senza astenersi da questo loro diritto. Effettivamente, le 59° elezioni presidenziali americane hanno ottenuto una grandissima partecipazione, forse più di quanto ci si potesse aspettare.
Dal 3 novembre tutti gli americani, exchange students compresi, si sono ritrovati con il viso incollato al televisore, nel cercare di dare un senso alle mille percentuali ed ai mille dati impressi sullo schermo.
Tra Stati rossi e Stati blu, abbiamo passato tre giorni di completa incertezza, numeri che cambiavano in continuazione e molteplici domande.
Certo è che la maggior parte delle persone è rimasta colpita dall’esito – per quanto ancora non confermato – delle presidenziali in quanto, come già detto, il rappresentante repubblicano sembrava aver già ottenuto il suo secondo mandato.
Seppur vissute nell’incertezza e nel continuo dubbio, è stato sicuramente un momento speciale che non poteva non essere vissuto proprio negli Usa.
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