Nel bel mezzo della pandemia, parte per gli Stati Uniti. Con un giorno prepara le valigie e sale sul volo per Detroit. Superato l’impatto iniziale con il “nuovo mondo”, si ambienta nella nuova famiglia di Toledo, con la quale gira in lungo e in largo vivendo esperienze uniche. Alla fine, la soddisfazione di essere maturata a livello personale e per aver migliorato il suo rapporto con la lingua inglese. È la storia di Elisa Re, studentessa del 4 G del Liceo Classico e Linguistico Giacomo Leopardi di Macerata, che racconta il suo viaggio oltreoceano. «Sono partita il 20 agosto, dopo aver ricevuto una chiamata appena ventidue ore prima del volo. Tra mille paure e tanta curiosità ho preparato le valigie e sono salita sull’aereo (o meglio, tre aerei). La famiglia (composta da una host-mom, un host-dad ed una host-sister) mi ha accolta all’aeroporto di Detroit, in Michigan, e da lì siamo subito andati a casa a Toledo, in Ohio – esordisce la giovane maceratese -. Nonostante siano da subito stati dolcissimi con me, i primi giorni sono stati difficili: un po’ per la lingua, un po’ per la nostalgia di casa. Dopo due settimane di quarantena, ho finalmente avuto la possibilità di andare a scuola. L’impatto è stato molto forte: l’edificio è molto più grande di ciò che mi aspettassi e gli studenti americani ogni ora cambiano aula, motivo per cui le prime volte giravo per i corridoi con una mappa della scuola».
Dopo il normale periodo di adattamento, Elisa inizia a scoprire più in profondità gli Stati Uniti, in tutte le varie sfaccettature che offre un Paese così grande. «Superati i primi giorni di imbarazzo ho fatto le mie conoscenze, che pian piano sono uscite dal contesto scolastico: mi sono ritrovata a parlare con le mie amiche in un bar o a vedere insieme un film al cinema. Con la famiglia ho viaggiato molto. Siamo stati in un safari, in un labirinto di granoturco e abbiamo addirittura passato tre giorni a Chicago. Ad Halloween io e la mia host-sister ci siamo travestite e poi siamo andate di casa in casa per il tipico trick-or-treat (dolcetto o scherzetto) – conclude Elisa Re -. Passata questa meravigliosa festa ho iniziato le mie due settimane di isolamento volontario, per poi ripartire il 14 novembre. Ad esperienza conclusa posso dire che non è certamente facile trovarsi a sedici anni in una cultura così lontana dalla nostra (specialmente se con le mascherine), ma è certamente un modo infallibile per migliorare l’inglese e, ancora più importante, per una crescita personale formidabile».