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Questa settimana, all’interno dell’iniziativa intitolata #memoriediscuola di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi, presentiamo l’intervista alla signora Carmela Petrini. I ricordi della signora Carmela ci riportano a un mondo lontano negli anni, un tempo in cui l’educazione familiare era attenta a tutti gli aspetti, compreso quello linguistico: «I genitori non parlavano in dialetto coi figli, parlavano in italiano; tra di loro parlavano in dialetto, però non con i figli, perché nelle scuole cercavano di evitare il dialetto, perché avrebbe rovinato la terminologia italiana […], poteva essere un danno». E le punizioni? Erano davvero così diffuse come si racconta? La maestra Carmela ci dice di essere stata una bambina fortunata, perché, a dispetto di tante testimonianze di bambine e bambini in castigo ginocchioni sui ceci dietro la lavagna, a lei non capitò mai di subire o di assistere a scene simili con la sua insegnante, e a questo esempio di ispirò lungo tutta la sua attività docente. Originaria di Ivrea, dove si è diplomata maestra, ha iniziato la sua carriera nella scuola di un piccolo comune piemontese e più esattamente in una pluriclasse, vale a dire una classe che accorpava gli alunni di prima, seconda e terza elementare.
Dall’inizio degli anni Sessanta, la maestra Petrini si trasferì a Nocera Umbra, dove, nella piccola frazione di Mascionchie, ebbe il primo incarico di supplenza nella nuova sede. E proprio al nome di quel borgo è legato un episodio che ancora oggi, a distanza di quasi sessant’anni, la fa sorridere e che le fece subito prendere coscienza di essere arrivata in un contesto nuovo, in cui le reti di relazioni e le conoscenze con le famiglie, il dialetto, le abitudini locali erano tutte da costruire. Al momento di fare l’appello – la maestra ricorda come fossero davvero pochi gli alunni presenti – pronunciò in modo errato il nome del paese e fu subito ripresa da un bimbo: «No signò, siamo a Mascionchie, no Macionchie, parli per bene!». Al di là di quell’esordio particolare, la carriera della maestra Carmela a Nocera Umbra fu lunga e piena di soddisfazioni. In quasi trent’anni di insegnamento non lesinò energie e impegno, profusi sia nel doposcuola che nei corsi di scuola serale per adulti. Insomma, la vita professionale di Carmela Petrini fu tutta dedicata all’insegnamento, una sorta di missione civile a beneficio di generazioni di alunni e alunne. E voi? Volete condividere con noi le vostre memorie di scuola? Contattateci per fissare un appuntamento e lasciare la vostra testimonianza. Per informazioni, inviare un’email all’indirizzo museodellascuola@unimc.it, oppure telefonare al numero 3917145274».