«La città ricomincia dai bambini e dalle bambine. Siamo legati a Scarabò in un’ottica di città educante, che lavora e si impegna con i più piccoli. È il primo festival dal vivo dopo l’emergenza Coronavirus, credo sia un bellissimo segnale di ripartenza». Questo il commento di Stefania Monteverde, assessora alla cultura e vicesindaco di Macerata, all’inizio della quarta edizione del festival “Scarabò. Una città per educare”, che si svolgerà sabato 20 e domenica 21 giugno in diversi luoghi della città, da piazza della Libertà a piazza Vittorio Veneto, dal loggiato dell’ex Ina a piazza Cesare Battisti. L’iniziativa è patrocinata da Comune, Unimc, ‘Ats 15 e dal Garante Regionale dei Diritti della Persona della Regione Marche, oltre a ricevere il sostegno di numerosi enti territoriali. «Questo è un anno ricco di lavoro e responsabilità – spiega Monteverde – non era semplice mettere a disposizione gli spazi e gestire la questione sicurezza, ma ci siamo riusciti con grande piacere ed impegno. Abbiamo un forte desiderio di prendere l’aria, il sole, di ricominciare a vederci e a riallacciare relazioni dal vivo con bambini e bambine, ragazzi e ragazze e famiglie. Siamo pronti a ripartire al fianco dei più piccoli».
Laura Copparoni, presidentessa dell’associazione Scarabò, ideatrice e direttrice del festival, esprime le sua soddisfazione per questa imminente ripartenza: «Siamo tutti entusiasti di riuscire anche quest’anno, nonostante le difficoltà del clima Covid-19, a realizzare questa iniziativa, un festival dell’educazione destinato a bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze e alle famiglie – sottolinea – Il nostro obiettivo è quello di portare avanti il concetto di comunità educante, che cresce insieme attraverso una rete significativa di relazioni tra associazioni e professionisti del territorio». Quest’anno la quarta edizione vivrà in un clima molto diverso rispetto a quello degli anni precedenti, e per questo ci saranno delle novità a livello organizzativo: «I laboratori saranno in numeri inferiori – afferma la presidentessa – avremo una quindicina di attività al giorno, sia per sabato che per domenica, scaglionati in diverse fasce orarie in modo da dare la possibilità agli educatori e ai formatori di igienizzare e prestare attenzione a tutte le norme di sicurezza. Saremo molto accorti al rispetto delle regole, ogni attività sarà presidiata da una delle ragazze del dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Unimc, un team che insieme a noi sta svolgendo il laboratorio Scarabò». E in effetti le ragazze dell’Università sono felici dell’iniziativa, come racconta una di loro, Mariluce Micucci: «Per me è stata un’esperienza bellissima – spiega – una gioia scoprire la vostra passione per questo festival. È stato bellissimo poter partecipare e vedere come, nonostante il Coronavirus abbia fermato tutto, avete ripreso le redini della situazione, e in un battibaleno avete ricostruito tutto. Una resilienza potente, un grande esempio incoraggiante, grazie».
Armando Di Monte, vicepresidente dell’associazione Scarabò, racconta l’organizzazione delle attività in base alle regole di sicurezza da rispettare: «Il piano sicurezza è stato costruito da un ingegnere, che lo ha adattato in base alle nostre esigenze, nulla è stato fatto a caso o da autodidatta – spiega – La registrazione avverrà solo ed esclusivamente online, e una volta effettuata gli interessati si recheranno direttamente al primo laboratorio, in modo da evitare assembramenti, e sul posto verrà formalizzata l’iscrizione attraverso una lista in nostro possesso. Le ragazze del team del laboratorio Scarabò ripeteranno tutte le regole di volta in volta, e ci sarà anche uno stand informativo di Scarabò in piazza della Libertà – afferma Di Monte – ma posso già dire che tra un laboratorio e l’altro ci sarà una distanza di mezz’ora di tempo, in modo che gli operatori potranno igienizzare e sanificare l’area, che verrà delimitata secondo il numero di partecipanti. Ci sarà un massimo di cinque bambini e bambine in ogni gruppo, a prescindere dall’età. Verranno poi utilizzati dispositivi di limitazione, oltre ovviamente a guanti e mascherine. Ogni bimbo o bimba avrà una postazione fissa. Abbiamo trovato una farmacia disponibile a fornirci il materiale necessario, quindi riusciremo a svolgere tutto in massima sicurezza». Anche per quanto riguarda l’argomento merenda ci saranno delle novità: «Gli anni precedenti ci si avvicinava al gazebo senza problemi – racconta Di Monte – quest’anno ogni bambino e bambina avrà il suo piatto già impostato e predisposto, lo ritirerà e consumerà la sua merenda dove preferisce, ovviamente a distanza dal luogo di consegna. Grazie ai tanti enti che ci hanno sostenuto, avremo dei prodotti locali, come frutta, pane, olio, ciauscolo, mentuccia e maggiorana, per offrire ai piccoli cibo sano».
Tra le tante attività, ci sarà il laboratorio di Philosophy for Children in due appuntamenti nella giornata di sabato, il primo dalle 15.30 alle 16.30 per bimbi e bimbe dai 6 agli 8 anni, il secondo dalle 17 alle 18 rivolto ai piccoli dai 9 agli 11 anni. Sarà un’occasione per giocare con le parole, divertirsi ed imparare a pensare – spiega Francesca Petetta, della Scuola Popolare di Filosofia di Macerata e di ConSiderAzioni – Sarà molto divertente». Non verrà fatta un’inaugurazione, ma tutte le attività verranno raccontate online sui social network. L’iscrizione è necessaria, perché per motivi di sicurezza i laboratori saranno a numero chiuso. Per informazioni sul programma delle giornate e per registrarsi, visitare la pagina Facebook di Scarabò al link https://www.facebook.com/scarabomacerata/, oppure andare sul sito www.scarabo.it.