Ogni volta che abbiamo a che fare con qualcosa di nuovo, tendiamo a farci degli studi, realizzando grafici, prevedendo statistiche e numeri vari. In questo periodo di Coronavirus, sono molte sono le indagini condotte sulla pandemia. È vero che bisogna sempre informarsi e che sono utili ad arricchire le proprie conoscenze in materia, ma troppo spesso i dati sono troppo tecnici e non molto confortanti. Durante l’insegnamento di geografia, il docente Paolo Creati insieme ai suoi alunni ed alunne si è chiesto se davvero esistessero soltanto delle mappe poco incoraggianti. La risposta è no, come dice lui stesso, perché Adrian Roman, un suo conoscente musicista, ha creato la World Map-Music4Hope, in cui ogni luogo avesse come carattere distintivo non i numeri dei contagi, ma la propria musica. Per approfondire al meglio tutto ciò che ruota attorno a questo particolare progetto, il docente ha intervistato direttamente il creatore di questa “mappa musicale”.
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di Paolo Creati, docente di geografia
Durante le lezioni di geografia, abbiamo affrontato argomenti relativi al Coronavirus, a partire dalle sue cause, al paragone con altre epidemie, tra le quali la cosiddetta “influenza spagnola”, osservando le misure protettive di quel tempo, per poi passare all’esposizione in classe delle varie mappe interattive relative al contagio e ai suoi dati. Le mappe riportano meri numeri sempre in continua crescita, attirando interesse e incrementando preoccupazione. Ma in questo periodo, davvero tutte le mappe che la rete ci propone riportano solo dati e messaggi poco confortanti? La risposta è no, ed è il caso della World Map-Music4Hope. L’idea è ascrivibile a Adrian Roman, un musicista di mia conoscenza di origini spagnole che vive a Vienna da tempo. Adrian lavora nel settore della comunicazione e ha pensato bene di creare una mappa interattiva del mondo, in cui ogni luogo avesse come carattere distintivo non i numeri dei morti o dei contagi, ma la propria musica. Per comprendere al meglio cosa c’è dietro questo progetto, abbiamo intervistato l’autore della “mappa musicale”.
Ciao Adrian, ci puoi dire qualcosa su di te e di cosa ti occupi?
«Sono un violinista, che ha studiato musica negli ultimi 23 anni. Ho anche studiato educazione musicale all’università di Cordova, come insegnante di scuola elementare. Ma negli ultimi anni, da quando sono a Vienna, la mia vita ha avuto una svolta. Mi sono interessato ad argomenti diversi e ho deciso di iscrivermi alla facoltà di scienze politiche e l’anno scorso ho conseguito il diploma di laurea. Ora sto conseguendo la laurea magistrale. Inoltre, negli ultimi sei mesi ho avuto il privilegio di lavorare alle Nazioni Unite a Vienna, con uno stage presso il Servizio di informazione e comunicazione – United Nations Information Service (Unis) – che ha letteralmente cambiato la mia vita. Ho imparato molto e sono davvero grato a tutti i miei colleghi. Senza quell’esperienza non credo che avrei avviato questo progetto».
Ci racconti da dove nasce l’idea?
«La mappa era solo un esperimento. Negli ultimi anni mi sono interessato allo studio del ruolo della musica nella comunicazione politica e agli effetti della stessa sulla società. Quando la pandemia ha preso piede in Europa, ho iniziato a raccogliere informazioni e iniziative musicali che ho ritenuto importanti e pertinenti a tale riguardo. Sono stato particolarmente colpito dagli italiani, che nonostante tutte le sofferenze dovute al bilancio delle vittime del Covid-19 nel loro paese, sono riusciti direttamente dai loro balconi e attraverso i loro strumenti e le loro voci suonando, cantando, ballando e celebrando la vita, a portare speranza e amore per le loro comunità locali, condividendo il messaggio che tutto ciò passerà e che lo faremo insieme. Ma mi sono focalizzato non solo sul messaggio, ma anche sul mezzo utilizzato per diffonderlo, che è stata la musica. Attraverso la musica, queste persone stavano combattendo la paura e la disperazione e si stavano riunendo nonostante fossero confinate a casa. La musica stava dando forma alle comunità locali, costruendo un senso di unione e aiutando le persone a legarsi nonostante le distanze. Ma non tutto avveniva sui balconi. Viviamo in un mondo globalizzato e Internet aiuta a connettere le persone più di ogni altra cosa. Ho pensato che tutto fosse collegato quando ho visto sui social Bono, il cantante degli U2, che con la sua canzone improvvisata e suonata con un pianoforte inviava un messaggio (fatto di musica) agli Italiani confinati in lotta con il virus. Quando ho visto come si stava sviluppando la situazione in Italia, Spagna, Austria sapevo che la pandemia avrebbe colpito molti paesi e persone di ogni estrazione sociale ed economica. In quel momento ho realizzato che siamo tutti uniti nella lotta al Covid-19 e a fare da sfondo a questa unione ci sono diverse colonne sonore. La musica collega tutti nonostante la diversità di sesso, etnia o religione. Quindi ho pensato che sarebbe stato bello avere tutte queste iniziative musicali insieme, e quale modo migliore per mostrarlo se non con una mappa del mondo e non una semplice playlist senza alcun impatto visivo?».
Ci spieghi in dettaglio come è strutturata questa mappa?
«La struttura è qualcosa che è venuta dopo e sta ancora cambiando. Le prime categorie musicali inserite sono state solo Esibizioni di solidarietà, Sensibilizzazione e Canzoni della resistenza destinate per lo più a rallegrare la gente o a raccogliere fondi a favore della lotta al Covid-19. Ma poi, quando ho capito quanto fosse variegata l’offerta musicale in questo periodo, ho deciso di creare più categorie. Ho inserito, inizialmente un’altra categoria dal titolo Singing Across Rooftops (ispirato alla canzone di Bono) per spettacoli musicali su balconi e finestre, indipendentemente dalla qualità artistica. La musica non deve sempre essere perfetta o suonata agli standard più elevati. Le esibizioni improvvisate (nonostante le abilità dei musicisti) sono spesso quelle che più colpiscono emotivamente. Inoltre, ho iniziato a vedere quanti musicisti condividevano i loro video online, alcuni dei quali nemmeno solo a causa del nuovo Coronavirus, ma per mostrare o condividere il proprio talento con amici e followers. Ma cos’è la musica altrimenti? Si tratta anche di intrattenimento. Queste esibizioni hanno comunque aiutato le persone a far fronte alla pandemia. E ho pensato che tutto avrebbe avuto un posto nella mappa. Perché no? Inoltre, in seguito, ho inserito una categoria di video realizzati con l’intento di far ridere la gente: Soprattutto, umorismo! E in seguito altri due per Musicians@home e Orchestras@home. Alla fine ne ho aggiunto uno per gli operatori sanitari, Lascia cantare i dottori, e un altro per gli agenti di polizia. Ce n’è un altro intitolato Musica e scienza. Ma la struttura non è completata e potrebbero esserci ancora dei cambiamenti!».
Hai riscontrato difficoltà a reperire i brani di alcuni paesi?
«Prima di tutto, il problema la maggior parte delle volte è che non so esattamente cosa sto cercando quando si tratta di paesi che non conosco. È difficile trovare notizie su argomenti simili da questi paesi. Ma la sfida più grande è la lingua. Ho anche iniziato a tradurre le parole chiave per ricercare i brani che utilizzo più spesso in altre lingue con “Google Translate” e a copiare e incollare le traduzioni nel motore di ricerca di YouTube. Ma è un processo che richiede molto tempo perché non so cosa significano i “tag” e le descrizioni dei video, come nel caso di video soprattutto provenienti dalla Cina. Quindi sì, c’è un chiaro orientamento occidentale, ma mi aspetto che una volta che la mappa sarà più conosciuta in altri paesi, gli utenti inizieranno a inviarmi i loro consigli attraverso il sito web. Per questo motivo ho inserito un formulario di contatto e chiedo ai visitatori di interagire con il progetto e di inviarmi collegamenti video».
Hai avuto bisogno di un aiuto per realizzare la mappa?
«Certo avevo bisogno di aiuto, poiché questa per me è stata la prima volta che realizzavo un sito Web. Ma non sapevo a chi chiedere, quindi ho iniziato a fare ricerche sul web. Ho trovato molti articoli, blog e forum attraverso i quali interagivo con sviluppatori di siti web che mi indicavano come creare un dominio. Dopodiché, ho iniziato a conoscere sempre meglio la piattaforma base del mio sito web e mi sono confrontato con il personale di supporto. Inoltre, ci sono anche molti tutorial online tramite i quali si può imparare molto da soli. Ma ci vuole tempo. Ma non c’è nessuno che mi aiuti con la mappa o il sito Web, lo sto facendo da solo».
Che tecnica usi per cercare la musica?
«All’inizio ho aggiunto tutto quello che trovavo in rete, ma mi ero reso conto che non era abbastanza, quindi ho iniziato a cercare sul web usando parole chiave come “musica”, “nome del paese”, “quarantena”, “confinamento”, “balcone”, “dottori”, “cantare”, ecc. Ma anche questo non era sufficiente. Allora ho deciso di affidarmi agli algoritmi di Youtube, che si sono rivelati di grande aiuto, dato che ad ogni video trovato c’erano altri consigliati da YouTube stesso, come una catena. Ma ho realizzato presto che anche questo non era abbastanza, quindi ho iniziato a contattare amici provenienti da altri paesi che ancora non erano presenti sulla mappa, così che mi potessero consigliare altri brani musicali da inserire nella mappa e attualmente sono ancora in questa fase. Spero di non aver parlato troppo, aver raccontato il progetto è stato un compito per me di arricchimento personale! Grazie per il vostro interesse, se volete sapere altro basta chiedere!».