«Voglio vivere la maturità
a pieni polmoni»

«Voglio vivere la maturità
a pieni polmoni»

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MACERATA – Le riflessioni e le sensazioni di alcune studentesse del liceo scientifico “G. Galilei” riguardo gli esami di stato che affronteranno quest’anno, in modalità molto diverse dal solito, a causa del Coronavirus

Quest’anno gli esami di maturità avranno un sapore diverso. La rivoluzione del mondo scolastico avvenuta in pochi mesi ha fatto pensare di valutare gli studenti e le studentesse delle classi quinte attraverso un unico maxi esame orale. Una decisione che di certo ha preso alla sprovvista alunni ed alunne e docenti, ma che il Ministero dell’Istruzione ritiene inevitabile per la sicurezza di tutti. Molte sono le opinioni a riguardo. Qualcuno non se l’aspettava proprio, qualcun altro vive l’incertezza delle nuove modalità d’esame, altri ancora si sono resi conto di quanto sia importante vivere questo momento “di passaggio”, tornando a rivalutare le piccole cose a cui prima non pensava. A raccontare come stanno vivendo questo momento sono quattro studentesse delle classi quinte del liceo scientifico “G. Galilei” di Macerata, che hanno voluto esprimere le ed emozioni in vista di uno dei giorni più importanti della vita di ognuno. «Io voglio vivere a pieni polmoni la mia maturità, il mio ultimo giorno di scuola» ha scritto Francesca Preziuso riassumendo in questa metafora quanto stanno provando i maturandi e le maturande.E’ solo una prima puntata perchè ragazzi e ragazze hanno molto da dire e lo faranno attraverso le nostre pagine.

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Giorgia Fiorelli, classe 5M

Giorgia Fiorelli, classe 5M

«Premetto che non avrei mai pensato di concludere il mio ultimo anno di studi liceali in questo modo; detto ciò, ad oggi l’unica cosa di cui noi studenti siamo certi è che faremo solo una maxi-prova orale con una commissione interna. Purtroppo non sappiamo ancora come si svolgerà, come verremo valutati e soprattutto se potremo fare l’esame in presenza, oppure se saremo costretti, anche durante il giorno che concluderà un percorso di studi lungo cinque anni, a parlare davanti a un computer, magari ancora in pigiama. A questo punto, vista la situazione, le mie uniche aspettative sono quelle di poter essere valutati in modo oggettivo, sulla base del nostro percorso scolastico, dei nostri miglioramenti, dalla partecipazione alla didattica a distanza e dagli obiettivi raggiunti. Tuttavia, spero che la maxi-prova orale non risulti un esame incompleto, superfluo, ma spero che possa fornire una conclusione adeguata per i cinque anni che ogni studente della scuola secondaria di secondo grado ha affrontato, cercando di costruire la propria cultura con il supporto dei docenti e dei propri compagni di classe».

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Francesca Preziuso, classe 5D

Francesca Preziuso, classe 5D

«Ho sempre considerato la maturità come un esame per mettermi alla prova e a cui rivolgere le mie aspettative. Non ero particolarmente ansiosa e pensavo che il massimo livello di sfortuna sarebbero state matematica e fisica esterne. Fino a gennaio ci si diceva “come va, va” e “alla fine quello che conta è l’università”, oppure il classico “l’importante è passare”. Questi mesi, quando si è scoperto che forse l’esame neanche si sarebbe potuto fare, ho realizzato quanto significava per me: in una realtà scolastica costruita su strumenti telematici e didattica a distanza ho cominciato a desiderare gli ultimi mesi di scuola con i miei professori e i miei compagni. Al di là di ciò, in cui le lezioni online risultano scolasticamente carenti, come un feedback forzato tra insegnante-studenti, limitate capacità di apprendimento e comprensione e la difficoltà fisica di stare 4-5 ore davanti uno schermo durante una sola mattinata, quello di cui ho bisogno è riavere gli ultimi momenti di quella quotidianità che ci è stata portata via prematuramente. Le piccole cose che si davano per scontate, come una chiacchierata mentre si aspetta l’autobus, il rapporto con i bidelli, la complicità tra compagni di banco e l’intesa con i nostri professori, sono svanite dietro uno schermo e una videochiamata su Skype. L’esame è l’occasione di riavere tutto questo per un’ultima volta e al contempo l’opportunità di concludere degnamente ciò che 5 anni fa abbiamo cominciato. Non si tratta di valutazione o verifica, si parla di tornare al “prima”, alla “normalità” (per quanto possibile) e tornare ad essere persone in carne ed ossa, ognuna con i propri elementi distintivi. Al mio esame voglio essere libera di stare con i miei compagni e guardare dal vivo i miei professori, mentre aspetto di essere chiamata per il colloquio orale. Io voglio vivere a pieni polmoni la mia maturità, il mio ultimo giorno di scuola».

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Martina Compagnoni, classe 5M

Martina Compagnoni, classe 5M

«La conclusione dell’adolescenza spesso coincide con il tanto temuto esame di maturità. Quest’anno, per i maturandi, tutta l’esperienza conclusiva del proprio corso di studi sarà decisamente diversa dalle aspettative a causa della pandemia che ha bloccato anche il nostro paese. La situazione è stata destabilizzante non solo per studenti e professori, disorientati dalla nuova didattica, ma anche per il Miur, che non è riuscito a dare rassicurazioni sull’esame. Visto il continuo cambiamento della situazione, è facile capire perché ci siano tanti problemi per prendere una decisione, ma guardando ai maturandi è ben comprensibile anche il punto di vista di questi ultimi, che agli sgoccioli dell’anno scolastico non sanno ancora con precisione quale sarà il loro destino. Devo essere sincera: il fatto che quest’anno l’esame sarà diverso dagli anni passati è spaventoso e sembra vanificare il duro lavoro fatto prima del lockdown. Nonostante questo, ritengo che la decisione di affrontare solo un colloquio orale eliminando le prove scritte sia la migliore, poiché la didattica a distanza non è molto funzionale per la preparazione a questo tipo di prove. Non c’è dubbio che gli esami, anche se facilitati, non perderanno la loro validità e che tutti gli studenti saranno accompagnati dalla classica ansia che distingue ogni prova importante della vita».

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Lucia Principi, classe 5C

Lucia Principi, classe 5C

«Fin dal primo anno di scuola superiore mi è sempre piaciuto fantasticare insieme ai miei compagni su come sarebbe stato il nostro esame di maturità, cercando di immaginarci la notte prima degli esami, l’ansia degli scritti insieme ai nostri coetanei ed i festeggiamenti alla fine di questi. Quest’anno però non ci sarà niente di tutto questo e non nascondo l’amarezza che ci ha investiti quando ci siamo visti frantumare tutte le nostre aspettative. Ridotto solo all’orale magari l’esame risulterà anche meno impegnativo, ma rimarrà in noi il rimpianto di non averlo potuto vivere come avremmo sempre voluto».



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