giovedì, Novembre 21, 2024

Perché si chiamano “giorni della merla”?

METEO - La leggenda che spiega i giorni più freddi dell'anno e un consiglio tutto marchigiano per affrontarli

merla
Illustrazione di Chiara Cognigni, studentessa del 4B del liceo artistico “Cantalamessa” di Macerata. E’ stata realizzata nell’ambito del progetto “Alternanza scuola lavoro”

di Rebecca Bordoni*

Il 29, 30 e 31 gennaio sono, secondo la tradizione, i giorni più freddi dell’anno anche detti “giorni della merla”. Ormai il clima sta cambiando e forse queste antiche considerazioni non sono più molto veritiere, ma è curioso scoprire le leggende che si nascondono dietro a questa ricorrenza, celebrata con canti e cibi tradizionali in tutta Italia.
La storia che più accomuna le tante versioni disseminate qua e là nella penisola ha per protagonista una merla, dal piumaggio bianco candido, che veniva ogni anno infastidita da gennaio con le sue piogge e nevicate, rendendole difficile la sopravvivenza. Un giorno, la merla, ha quindi l’ idea di fare provviste e rifugiarsi nella sua tana per tutto il mese di gennaio, che allora aveva soltanto 28 giorni.
Al ventottesimo giorno la merla uscì e iniziò a sbeffeggiare  gennaio e quest’ultimo chiese a febbraio, con cortesia, tre giorni in prestito, nei quali scatenò tempeste tremende. La merla trovò riparo nel camino di una casa e finiti i tre giorni, il sole tornò a splendere. Il volatile si sentiva diverso, aveva infatti le piume nere come la pece e così rimase per sempre.
Nessuno provò più ad offendere gennaio, egli pretendeva il rispetto per la natura e ai merli ripeteva :”Che il vostro colore rimanga da monito, non si scherza con le stagioni”
C’è da dire che è tradizione osservare il clima durante questi tre giorni e in caso di freddo è utile seguire  il consiglio marchigiano: “Se li gljorni de la merla voli passà, pane, pulenta, porcu e focu a volontà!”

Rebecca Bordoni*, studentessa della classe 4D del liceo artistico “Cantalamessa” di Macerata. Articolo realizzato nell’ambito del progetto “Alternanza scuola lavoro”

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