venerdì, Novembre 22, 2024

“C’era una volta Terezin
e speriamo non ci sia mai più”

CASTELRAIMONDO - gli studenti e le studentesse delle classi III° A e B della scuola secondaria, partecipanti al laboratorio teatrale, porteranno in scena lo spettacolo domani domenica 27 gennaio

 

locandina-scuola-media-castelraimondoIn occasione della giornata della memoria, gli studenti e le studentesse delle classi III° A e B della scuola secondaria Castelraimondo – Istituto Comprensivo N. Strampelli, partecipanti al laboratorio teatrale, porteranno in scena domenica 27 gennaio, “C’era una volta Terezin e speriamo non ci sia mai più”.
Lo spettacolo andrà in scena due volte, alle  17.15 e alle 18.15 nella palestra della scuola secondaria di Castelraimondo.
Si tratta dello spettacolo conclusivo del laboratorio teatrale “Il teatro delle armonie”, attivo da quattro anni in sinergia con la dirigente scolastica Pierina Spurio, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Renzo Marinelli e la Compagnia Valenti.
Il laboratorio è stato gestito dagli operatori teatrali Francesco Facciolli e Scilla Sticchi.
Il tema affrontato quest’anno è di grande importanza, ma anche di grande portata storica. Come è noto Terezín è una località che si trova a 61 chilometri a nord est di Praga, famosa per il suo Campo di Concentramento “Theresienstadt”. Ma non è la “banalità” di questi dati a rendere celeberrimo il campo, bensì il programma di abbellimento a cui, nel giugno del ‘44, lo sottoposero i nazisti per prepararlo alla visita di due delegati svizzeri della Croce Rossa Internazionale e due rappresentanti del governo danese.
La visita della Croce Rossa a Terezín, non fu certo l’unica visita a un campo nazista, ma è sicuramente la più famosa, dato che i tedeschi poterono usare quell’episodio come potente mezzo di propaganda.
Nella primavera del 1944 i nazisti cominciarono ampi miglioramenti del ghetto in preparazione della visita della Croce Rossa: furono aperti dei negozi, perfino un caffè, costruiti un parco giochi per bambini, un auditorium per la musica, piantati alberi e fiori. Inoltre per eliminare l’impressione di sovrappopolazione del campo e nascondere gli effetti della malnutrizione, 7.500 ebrei giudicati “impresentabili” vennero deportati ad Auschwitz. Gli altri furono istruiti per recitare una grande messinscena.
«Certamente un tema molto toccante ed anche molto profondo – dichiara il regista Francesco Facciolli – che i ragazzi hanno affrontato con quella leggerezza e quella gravità, tipica di un’età simile a quella di chi ebbe la sventura di essere internato, che lascia trapelare tutto il dramma senza pur eliminare il soffio dell’innocenza».
«Un progetto ed un percorso validi e formativi – dichiara il sindaco Renzo Marinelli – a cui abbiamo sempre dato sostegno. Siamo convinti che i giovani debbano conoscere e sperimentare perché dalle esperienze presenti e passate deriva sempre un grande insegnamento per il futuro; in questo il teatro è un mezzo di sicura efficacia».

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