domenica, Novembre 17, 2024

Diavolo Relais,
dove l’Inferno è una spa

NOTTE DEL CLASSICO - Successo per lo spettacolo messo in scena al "Vaccaj" da alunni ed alunne del "Filelfo". Tante le iniziative per celebrare la ricorrenza

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Un momento dello spettacolo

Grande successo per il liceo classico Filelfo di Tolentino che, nella splendida cornice del teatro Nicola Vaccaj, restituito da poco alla città e gremito fino al loggione, ha celebrato la quinta edizione della notte nazionale del liceo classico, insieme ad altri 432 licei di tutta Italia. Si tratta di un momento tanto atteso dai ragazzi e dalle ragazze che possono esibirsi in performance artistiche di varia natura, lasciando libero sfogo alla propria creatività. Tema della serata “Non è l’inferno”, titolo che vuole essere un invito a cercare tra i tanti inferni che la vita costringe a vivere, ciò che inferno non è, parafrasando il Calvino de Le città invisibili. Partendo da questo leit-motiv, i ragazzi e le ragazze  hanno ridisegnato, in una frizzante e originale rivisitazione l’Inferno dantesco, scritta e sceneggiata dalla professoressa Claudia Canestrini, da Carlo Cartuccia, Michele Polisano, con la collaborazione di Camilla Cespi, Edoardo Costantini e della professoressa Marcella Borgiani.

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Ecco allora che i gironi danteschi si trasformano nei piani di una Spa, Al diavolo relais, che stanno mettendo a dura prova gli affari dei rivali della New Paradise. La soluzione? Inviare Dante, un toscano con la testa fra le nuvole, perso dietro alla sua Beatrice – Bice, a carpire qualche informazione scomoda per mettere i bastoni tra le ruote a Lucifero. La sfilata dei personaggi, con i costumi curati dalla professoressa Laura Dionisi, è memorabile: un Minosse sordo che capisce sempre fischi per fiaschi, un Pier delle Vigne vegano che parla agli ortaggi, un Ulisse latin lover che ha ormai dimenticato la fedele Penelope e si fa “beatamente” massaggiare da Circe e Calipso, un conte Ugolino che entra in scena mordicchiando la testa di Ruggieri. I ragazzi e le ragazze  hanno dimostrato di conoscere il testo dantesco, ci hanno lavorato con passione ed entusiasmo e si sono messi in gioco dando vita a uno spettacolo straordinariamente vivace.

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La notte del classico, però, non è stata solo questo. Come ogni anno, anche stavolta è salito sul palco un ospite d’eccezione, che ha portato la propria testimonianza di alto valore culturale: si tratta di Roberto Zichittella, giornalista collaboratore di varie testate nazionali tra cui Il Messaggero e Rai radio3. Zichittella ha condotto il pubblico in un viaggio tra Roma, Napoli, Marocco, Algeria, Libano alla scoperta di luoghi in cui uomini e donne vivono l’inferno a causa di conflitti o situazioni di emarginazione. Anche in questo moderno inferno, tuttavia, è possibile trovare ciò che inferno non è e assistere a momenti di riscatto, resistenza e resilienza. In una serata dedicata al liceo classico, non poteva certo mancare un momento di lettura dei testi classici: quest’anno la scelta, comune a tutti i licei d’Italia, è caduta sul Fragmentum Grenfellianum, conosciuto come Il Lamento dell’esclusa, recitato in greco e in italiano da alcune studentesse del liceo classico sulle note di Chopin. Non è ancora tutto.

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La serata è stata resa ancora più emozionante da due momenti musicali, all’inizio e alla fine, quando il teatro è stato riempito dalle note e dalle parole di Fabrizio de André scomparso nel gennaio di vent’anni fa. Il coro della scuola, diretto da maestro Fabiano Pippa ha proposto Dolcenera, mentre Alessia D’Errico, ha dato la buonanotte agli spettatori con La canzone dell’amore perduto. «Ѐ stata una serata magica, allestita con passione, entusiasmo e grande partecipazione corale di tutti gli alunni e le alunne – ha detto la professoressa Canestrini, coordinatrice della serata, che ha mostrato a ragazzi e genitori cosa sia il liceo classico, – abbiamo cercato di raccontare una scuola viva, che affonda le sue radici e la sua ragione d’essere nel mondo classico, ma che sa riscoprire e raccontare con serietà ed ironia anche il mondo contemporaneo».

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