Rinascita e aiuto reciproco: sono i temi chiave del presepe all’aperto della scuola primaria Salvo D’Acquisto di Camerino. L’inaugurazione ieri pomeriggio.
«Il tutto – spiegano le insegnanti – nasce dall’idea di condividere lo spirito del Natale dopo due anni di caos logistico-emotivo dovuto al post sisma 2016. In una riunione unitaria di programmazione settimanale di ottobre, si è deciso di non scambiarsi regali in occasioni delle feste, quanto, piuttosto, di donarci e donare agli alunni e alle alunne, la buona novella. Raccolta la somma necessaria, si è provveduto all’acquisto della natività, dei Magi, dell’Angelo». Genitori laboriosi hanno collaborato allestendo la struttura che avrebbe ospitato la location, la casa illuminata, il fuoco con il pentolone, il pozzo. Alunni e alunne si sono prodigati nella raccolta di cortecce, rami, sassi, tutto quanto potesse rendersi necessario per un bel paesaggio marchigiano dove ambientare il presepe del D’Acquisto.
«La campagna delle colline marchigiane – proseguono le insegnanti – con le raffigurazioni di attività agresti e pastorali e le riproduzioni di scene di vita tradizionale di campagna o piccolo paese ha preso vita arricchendosi di nuovi personaggi fra cui il fanciullo simbolo di tutti i bambini che frequentano la scuola e attendono con ansia la nascita di Gesù». L’erba è rappresentata utilizzando il muschio e gli alberi attraverso fitte ramificazioni tagliate da cespugli che lasciano spazio ad ampi recinti dove pecore e il maestoso ariete si accovacciano attendendo la nascita del salvatore. In lontananza, all’inizio del percorso presepiale, il pastore dormiente, Benito è immerso nel sonno. «Collocato nel punto più alto – spiegano – lontano dall’ Antro della Natività, è il pastore disteso in prossimità di un albero, che gli fa ombra, su un giaciglio d’erba, con la testa poggiata su di un sasso e contornato da pecorelle bianche nell’atto di pascolare. Il presepe non è altro che il sogno stesso di questo personaggio dormiente. Il presepe appartiene al sogno di Benito e per questo è importante che nessuno lo svegli, altrimenti tutta la magia scomparirebbe immediatamente.
Il sonno come un viaggio eccezionale, un viaggio verso la Grotta della Natività, il risveglio invece è rivolto a rappresentare il moto della rinascita dell’uomo. Proprio come gli angeli diedero l’annunzio ai pastori dormienti, Benito ha il compito di annunciare una rinascita, ovvero la rivelazione all’intera umanità, la forza e la voglia di destarsi e prendere in mano la propria vita in un clima di condivisione e riscoperta dello scambiarsi aiuto reciproco. Il sonno di Benito riproduce e fa rivivere la magia del presepe. Quindi affinché esso non svanisca per sempre nessuno svegli Benito».
Ogni personaggio ha un suo significato, non è lì a caso.
Vicino alla staccionata, una giovane vergine desiderosa sopra ogni cosa di vedere il Bambino, ma gli angeli la tengono lontana, in quanto è proibito alle donne non maritate accostarsi alle partorienti. Così la fanciulla si presenta alla grotta reggendo tra le braccia un grosso sasso avvolto in una coperta come un neonato. Al cospetto della Sacra Famiglia la pietra si muove e si trasforma in un bambino vero.
Lo zampognaro è il pastore che suonando viaggia dentro se stesso e in esso si smarrisce, è un contemplatore di stelle, di pensieri, un pifferaio della transumanza, infatti la zampogna serviva a richiamare all’ordine il gregge.
L’attività dello zampognaro non è semplice. Occorre molto esercizio per imparare a suonare questi strumenti ed essere uno zampognaro significa soprattutto condividere dei valori, rispettare delle tradizioni, sacrificarsi per la propria passione.
«Creatività, operosità, ingegno e voglia di fare hanno animato piccole e grandi mani più o meno abili che si sono ritrovate per costruire insieme in vista di un domani migliore, radioso, cosparso di giocosa intelligenza in una calda culla di amore riscaldata dai fiati degli adulti che proteggono i più piccoli, speranza, luce del domani. Un Natale speciale. Il presepe, poi, è un’opera in movimento, destinata a cambiare a seconda del periodo.
Costruire insieme il presepe, in accordo con i genitori degli alunni, gli alunni stessi costituisce un’occasione preziosa per sviluppare rapporti significativi e profondi di conoscenza reciproca.
Tutti lavoriamo a qualcosa che è per tutti e di tutti, a differenza di quanto avviene quando ciascun alunno realizza un manufatto solo per sé, magari da portare a casa e dimenticare presto. Di questo lavoro manuale collettivo possono godere tutti, non chiusi in aula, ma in ogni momento, durante le lezioni delle settimane magiche che precedono il Natale. Nonostante le avversità metereologiche il Presepe c’è, è lì in via Medici a Camerino, vicino l’ingresso dell’edificio che ospita la scuola primaria, vi aspetta con le calde lucine del cuore che gli fanno da coro, venite a vederlo!!!
Un immenso grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro».