di Francesca Mattiacci*
Dal 26 al 28 novembre io, Francesca Mattiacci, e la mia compagna, Francesca Palazzetti, studentesse della classe V A del liceo scientifico F. Filelfo, accompagnate dal docente, prof. Roberto Romagnoli, abbiamo avuto l’opportunità di visitare le sedi di Apple e Google in Irlanda. Quale delegazione dell’intera classe, vincitrice del progetto “Il quotidiano in classe”, abbiamo avuto concretamente modo di guardare al futuro, in un contesto lavorativo in cui le aziende hanno capito l’importanza di investire risorse a favore dei propri dipendenti, il vero valore delle loro organizzazioni.
Il progetto “Il Quotidiano in classe”, svoltosi durante il corso dell’anno scolastico 2017/2018 tramite la pubblicazione settimanale di articoli, video e foto interamente fatti da noi, ci ha consentito da un lato di confrontarci con i più importanti temi di attualità ed elaborarli, dall’altro ha permesso, in quanto vincitori, a due di noi di partire tre giorni alla volta della capitale irlandese per scoprire dall’interno i meccanismi che regolano questi grandi colossi del tech, accompagnate dal referente del progetto, professor. Roberto Romagnoli.
Partecipare a questo progetto per la nostra classe è stato senza dubbio un’esperienza molto significativa, consentendoci di confrontarci con aspetti e prospettive che spesso non riescono a venire fuori attraverso la tradizionale pratica didattica: c’è tutto un mondo fatto di confronto e lavoro di squadra, multimedialità e interazione, di cui sempre più spesso la scuola dovrebbe farsi promotrice. Lo scopo della scuola è quello di guidarci, e farlo attraverso una formazione che guarda anche al futuro è il modo migliore. E percezione diretta di questo futuro l’abbiamo avuta visitando nella giornata di lunedì la sede irlandese della Apple nella contea di Cork, e di martedì quella della Google a Dublino.
A Cork abbiamo avuto modo di percorrere i vari uffici della Apple, che conta più di seimila dipendenti. Appena arrivati ci hanno fatto vedere un video di presentazione, che mostrava soprattutto l’attitudine principale dell’azienda, ovvero l’esaltazione della diversità, con feste volte a favorire la condivisione e lo spirito di corpo tra dipendenti, appartenenti a differenti nazionalità. Le postazioni di lavoro sono tutte aperte e ci sono bellissimi spazi relax, oltre a mense e servizi come palestra, centro medico, farmacia, centro estetico, parrucchiera e molto altro. La sede dell’azienda è come una vera e propria città, in cui al dipendente viene messo a disposizione tutto ciò di cui ha bisogno. Ci hanno anche mostrato i prodotti Apple più recenti, perfino qualcuno che ancora non è in vendita nel nostro paese.
La visita il giorno seguente alla Google è stata allo stesso modo interessante e coinvolgente. Anche qui abbiamo avuto modo di assistere all’innovativo spirito lavorativo di queste grandi aziende, dagli innumerevoli servizi a disposizione degli impiegati e delle loro famiglie al fatto di non dover rendere conto a nessuno se non sé stessi. I palazzi che abbiamo visitato accolgono mense, cucine, zone relax munite di biliardini e ping pong o addirittura di minigolf, e soprattutto la vista mozzafiato dalle vetrate degli ultimi piani del palazzo: la sensazione è quella di poter abbracciare la città con uno sguardo, come a far comprendere agli impiegati la consapevolezza di far parte di un sistema privilegiato.
Abbiamo chiesto a entrambe le aziende quali fossero le caratteristiche più importanti per essere assunti e i motivi ricorrenti sono stati: esperienze internazionali e la conoscenza della lingua inglese. Queste visite ci hanno aperto gli occhi su una realtà lavorativa nuova, così diversa da quelle che siamo abituati conoscere intorno a noi, il tutto cullati dalla vitalità della capitale irlandese, dove il Natale si fa già sentire e si avverte la necessità di innovarsi, di spingersi oltre, con vecchi quartieri in ricostruzione e la pulsante energia delle grandi città. Questo viaggio è stato un’opportunità bellissima, che ci ha fornito uno sguardo nuovo sul mondo del lavoro, mi auguro che sempre più spesso alla scuola venga consentito di organizzare attività di questo genere, perché davvero ne abbiamo bisogno.
*Francesca Mattiacci, studentessa dell’Istituto “Filelfo” di Tolentino