«Quando il Teatro Vaccaj fu devastato da un terribile incendio, molti di voi non erano ancora nati. Era il 29 luglio 2008». Con queste parole Ada Borgiani, responsabile della Compagnia della Rancia, ha spalancato le porte ed accolto nel mondo magico ed affascinante del teatro i bambini e le bambine della scuola d’infanzia, primaria e secondaria degli Istituti comprensivi “Don Bosco” e “Lucatelli”di Tolentino.
Non una semplice visita per ammirare il Vaccaj. luogo simbolo della vita culturale appena restituito alla città dopo un decennio di lavori, ma un viaggio emozionante fatto di filmati, di racconti narrati da chi il teatro lo fa per passione e di segreti svelati dai professionisti che in questo teatro ci hanno lavorato per riportarlo all’antico splendore. I piccoli spettatori hanno un posto in platea tra le 150 poltroncine di color rosso scarlatto ma c’è chi non riesce a resistere alla curiosità di fare un giro tra i tre i sontuosi palchetti. Tra i nasini rivolti all’insù ad ammirare le muse ispiratrici dipinte sul plafone è tutto un susseguirsi di esclamazioni di stupore e meraviglia. Ma…”Ssshhh, silenzio! Tutti seduti! inizia lo spettacolo” ordinano gli insegnanti mentre le luci si abbassano fino a spegnersi. Sul palcoscenico un maxischermo, due i cortometraggi proiettati. Il primo, realizzato per far comprendere ai bambini il significato della parola “teatro” inteso come arte, racconta la storia di Matteo, un bimbo di 7 anni che cercando riparo da una pioggia battente subito dopo l’uscita da scuola, si ritrova casualmente all’interno del Vaccaj ed inizia ad immaginarne il magico mondo fatto di abiti di scena e coreografie. Il secondo ha voluto invece raccontare la triste vicenda dell’incendio che in parte ha distrutto il teatro attraverso una sequenza di foto esclusive delle varie fasi della ricostruzione: dallo spegnimento del rogo agli scavi archeologici avvenuti nel piazzale, dai lavori strutturali alle nuove decorazioni.
Tante le curiosità svelate agli alunni e alle alunne da alcuni “addetti ai lavori” presenti a questa iniziativa. Il geometra Gian Nicola Ferranti che ha seguito lavori per il Comune di Tolentino, ha raccontato cosa si cela tra il palcoscenico e la platea segretamente nascosto sotto il pavimento: il “Golfo mistico” ovvero lo spazio riservato all’orchestra che suona dal vivo dove all’occorrenza viene montato un parapetto. Ha narrato poi del caso fortuito per cui sono state ritrovate nel foyer 4 colonne dell’originale teatro dell’Aquila. Le decoratrici Samanta Ciurlanti, Tania Bettucci,Valentina Parrucci hanno invece rivelato come hanno ottenuto le terre colorate utilizzate per la decorazione di Apollo tra le muse dipinte sul soffitto come si usava nel 1800. «E le lampadine di quell’enorme lampadario lassù in alto? Come si sostituiscono??» ha domandato incuriosito un alunno. «Semplice! Si preme un bottone e con tiro in basso meccanizzato scende giù giù fino a terra».