di Paola Nicolini*
Avete presente una molla? Di quelle che stanno nelle reti dei letti ad esempio. La notte si stirano, perché sopportano e supportano il peso delle persone che dormono nel letto. Poi al mattino, dopo qualche tempo, riprendono la loro forma. Ogni volta che qualcuno sale sul letto – e magari ci salta sopra! – le molle subiscono uno stress, si allungano e si stiracchiano, per poi tornare alla loro forma originaria e a svolgere la loro funzione. Questa capacità di oggetti come le molle è detta in fisica resilienza e sono chiamati resilienti i materiali che si comportano nella stessa maniera: sebbene sollecitati da forze spesso contrarie, riescono a riprendersi e ad assorbire le tensioni che subiscono.
Il concetto di resilienza è stato trasportato dagli psicologi al comportamento degli esseri umani: anche le persone subiscono eventi che le affaticano, come una malattia, un lutto, un terremoto, la perdita del lavoro, il cambiamento di scuola. Molte persone riescono a reagire con resilienza, vale a dire subendo il colpo e sentendone tutto il peso, proprio come le molle della rete del letto, ma essendo capaci di adattarsi alla nuova situazione, guardando ai lati positivi più che a quelli negativi, apprendendo modalità diverse di stare al mondo comunque con fiducia e con speranza.
Le persone resilienti sono ottimiste, hanno cioè la capacità di cogliere i lati migliori in ogni situazione, e questa capacità favorisce il benessere individuale e mette al riparo da molti generi di sofferenza, perché si fonda su buone abilità di analisi.
Le persone resilienti hanno una buona autostima, cioè una corretta autovalutazione dei propri punti di forza e dei propri punti di debolezza, perciò non si offendono facilmente e sopportano abbastanza di essere criticate, senza subirne eccessive conseguenze.
Le persone resilienti hanno una certa robustezza psicologica, sono capaci di autocontrollo, accettano con una certa facilità le sfide e tendono a considerare i cambiamenti come opportunità piuttosto che come minacce.
Le persone resilienti sanno concentrarsi su ciò che hanno anziché lamentarsi per quel che a loro manca.
Le persone resilienti non fanno comunque tutto da sole. Esse godono del supporto sociale ovvero della sicurezza di essere amate e curate, di essere stimate e apprezzate, di avere attorno a sé persone disponibili ad ascoltare.
Le persone resilienti sanno raccontare e, quindi, possono liberarsi dal peso delle sofferenze. Anche per questo non possono fare tutto da sole, ma hanno bisogno di altre persone che sappiano ascoltare, accogliendo in modo garbato e rispettoso i loro vissuti.
La resilienza può essere supportata e educata, e ha bisogno di una condivisione partecipata.
Ecco perché domani a Macerata ci sarà un convegno tutto dedicato alla resilienza e al modo in cui può essere sostenuta, negli individui e all’interno delle comunità. Perché il nostro territorio ha subito diversi stress negli ultimi tempi, dal terremoto ad alcuni conflitti sociali, perciò vogliamo riflettere e scambiarci idee ed esperienze per far crescere il supporto sociale, la condivisione e la partecipazione. Le informazioni si trovano al link che trovi di seguito, ma soprattutto abbiamo pensato anche ai più piccoli, con momenti di letture dedicate alla resilienza per bambine e bambini, in tre momenti della giornata:
10.30-11.30 a cura della libreria Bibidi Bobidi Book – Macerata – Corso Matteotti 32
17-18 a cura di Nati per leggere nella libreria La Feltrinelli – Macerata – Corso della Repubblica 4
18-19 a cura di Nati per leggere nella libreria Bottega del libro – Macerata – Corso della Repubblica 7/9
Se non puoi andare da sola o da solo, fatti portare dai tuoi insegnanti o vieni con i genitori. Ti aspettano libri e letture, tutte per te.
http://studiumanistici.unimc.it/it/site-news/eventi/2018/percorrere-lorizzonte
*Paola Nicolini, Università di Macerata psicologa e psicoterapeuta – docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione