Dal Teatro alla Scala di Milano fino ad essere scelto come leader per un balletto alla Banquenting House a Whitehall: a soli 17 anni si è esibito nei più prestigiosi palchi europei guidato da tanta passione, tenacia e determinazione. Edoardo Pavoni, ballerino diciasettenne di Montecassiano, racconta di quando a soli cinque anni con la mamma, portando la sorella Anastasia ad un corso di danza per bambini, ne rimase subito affascinato, tanto che venne iscritto anche lui. Purtroppo però, imbarazzato per essere l’unico maschio in un corso di sole bambine, lo abbandonò. Ad undici anni, prendendo coraggio, si iscrisse al corso di danza classica della scuola Arabesque di Montecassiano diretta da Cecilia Pallotta e Ilenia Ortolani, iniziando a prendere ulteriori lezioni alla scuola Effort Spazio Danza di Montecosaro di Giosy Sampaolo, a cui si è rivolto prima di affrontare l’audizione per la Scuola di ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Riuscendo ad entrare al terzo degli otto corsi della Scuola, a soli tredici anni si trasferisce a Milano. La passione per la danza lo porta a puntare ancora più in alto verso l’English National Ballet School di Londra, che frequenta dallo scorso settembre.
I tuoi amici hanno accettato fin da subito la scelta che hai fatto?
All’inizio non è stato affatto facile e non penso di essere stato visto di buon occhio. A volte tornavo a casa e piangevo per le cose che mi dicevano, ma mia madre mi ha sempre insegnato a non dargli peso e con il tempo ho realizzato che questi insegnamenti mi hanno permesso di diventare una persona migliore. Ora, nonostante io possa letteralmente contare gli amici del mio paese sulle dita delle mani, sono sicuro che sono le persone che mi rimarranno vicine sempre e comunque.
Sei mai stato ostacolato da qualcuno nel corso della tua carriera? I tuoi genitori ti hanno sufficientemente supportato?
Durante il mio percorso mi sono trovato ad affrontare ostacoli di un certo peso considerando la mia giovane età. L’ostacolo più grande lo dovetti affrontare quando decisi di fare l’audizione per l’Enbs di Londra: al tempo mio padre era un po’ scettico riguardo questa mia scelta. Ciò nonostante so che i miei genitori, e in particolare mia mamma, danno sempre il meglio di loro e sono orgogliosi di me. Anche mia sorella e i miei nonni hanno un ruolo molto importante nella mia vita e fanno sacrifici non indifferenti per sostenere i miei studi.
Cosa hai provato quando hai danzato per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano?
La prima volta, appena entrato nel Teatro alla Scala, ricordo di aver provato delle grandissime emozioni: la sua imponenza e la sua bellezza mi affascinarono fin da subito. La prima volta che danzai su quel palco fu nel gala di presentazione dell’ Accademia. Ricordo che io e i miei compagni eravamo agitatissimi al pensiero di salire sul palco del teatro più importante d’Italia, anche se solo per pochi minuti. É un teatro immenso e da sopra il palco non si riesce veramente a rendersi conto di quante persone siano sedute a guardarti.
Com’è la tua giornata tipo all’ English National Ballet School?
Abbiamo scuola dal lunedì al sabato e la maggior parte dei giorni iniziamo alle 8.30 e andiamo avanti fino alle 18:30. La lezione di danza classica standard dura due ore ed è spesso seguita dalla sessione di tecnica maschile, poi materie come pilates, fitness training o lezioni di upper body, ovvero di lavoro sulla parte superiore del corpo. Dopo la breve pausa pranzo, a seconda dei giorni, continuiamo con lezioni di variazioni, in cui studiamo assoli provenienti dal repertorio classico, di passo a due, in cui si lavora in coppia con una partner, di danza di carattere e di danza contemporanea. Inoltre seguiamo anche un corso di coreografia in cui ci insegnano come creare piccole coreografie. Una volta tornato a casa mi dedico allo studio per la regolare scuola italiana, di cui sto frequentando il terzo liceo. Arrivato alla fine della giornata devo cucinare, fare le solite faccende domestiche e pulire l’appartamento che condivido con altri due studenti.
Cosa ti manca dell’Italia?
Quando penso all’Italia la prima cosa che mi manca sono gli italiani in generale: il modo in cui gesticoliamo, affrontiamo le cose o semplicemente urliamo da una parte all’altra della strada. Poi certamente vengono il clima e il cibo tipico italiano.
Quali sono state le tue migliori e peggiori esperienze durante un balletto?
Non ho mai avuto una brutta esperienza, perché stare sul palco ti regala sempre emozioni speciali. Una volta ricordo di non aver completato il mio assolo di Schiaccianoci come volevo, ma non la chiamerei una brutta esperienza.
La migliore è stata quando sono arrivato qui a Londra e il mio attuale insegnante, Juan Eymar, mi ha scelto come leader del gruppo nella sua coreografia Symphony in C, che abbiamo danzato alla Banqueting House a Whitehall per degli sponsor della scuola e che abbiamo riproposto allo spettacolo di Natale.
Hai mai pensato di partecipare a programmi televisivi? (Amici, Italia’s Got Talent, etc…)?
Premettendo che il sogno comune delle persone che fanno il mio stesso percorso è quello di entrare in una compagnia di teatro in giro per l’Europa e a volte anche nel mondo, personalmente mi ritrovo abbastanza scettico riguardo a questi programmi televisivi. Non ne sono contro, semplicemente non è quello che ho in piano per la mia carriera e il mio futuro.
Secondo te, perché un ragazzo dovrebbe approcciarsi alla danza?
La danza ti insegna disciplina, dedizione ed impegno verso quello che fai e ad avere rispetto del tuo corpo, perché è il tuo strumento di lavoro. Secondo la mia esperienza personale, ognuno dovrebbe avvicinarsi alla danza, perché quando balli ti senti libero ed esce la parte più sincera di te. Non importa che sia danza classica, contemporanea o qualsiasi altro tipo di danza: quando balli non puoi non sentirti felice e completo.
Articolo realizzato da Federica Alesi e Matteo Polimanti nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro
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