In una città come Macerata colpita dai recenti fatti di cronaca che hanno avuto eco in tutta Italia, l’arte sembra essere l’ultima cosa a cui pensare, gli studenti e le studentesse della II B e i loro compagni dell’indirizzo multimediale del Liceo Cantalamessa hanno invece dimostrato quanto l’abbiano a cuore e quanto conti per l’integrazione, in una mattinata intensa ed emozionante nel cortile di Palazzo Buonaccorsi insieme ad alcuni coetanei originari del Senegal, del Bangladesh e dell’Albania ospitati dal Centro d’ascolto Caritas. E’ stata infatti inaugurata la mostra di sculture, frutto del progetto “Mani che parlano”.
Intervistati dalla vice sindaco Stefania Monteverde, che ha sottolineato l’importanza di questo straordinario incontro nel nome dell’arte, i ragazzi e le ragazze hanno raccontato una singolare esperienza didattica di cui sono stati protagonisti partecipando al progetto che si è svolto nel laboratorio del Museo: otto sculture realizzate ciascuna a quattro mani, quelle di uno studente italiano e quelle di un coetaneo richiedente asilo ed ospite del Centro di ascolto Caritas. L’esposizione è aperta da oggi fino al 1° luglio.
A corredo della mostra un video curato dagli studenti del 5°D dell’ indirizzo Audiovisivo e Multimediale dello stesso liceo “Cantalamessa”, che documenta il lavoro svolto e che lunedì scorso ha rappresentato il progetto “Mani che parlano” alla Biennale dei Licei artistici a Roma e che sarà presentato dal Miur in altre sedi. Gli stessi studenti di Multimediale hanno montato i disegni e gli altri contenuti preparatori delle sculture realizzate, consultabili in mostra tramite QR code.
Un buon vicinato culturale, quello fra i Musei Civici e il Centro d’ascolto di Rampa Zara, interpretato in forma attiva e propositiva dal docente di italiano Leonardo Properzi, coordinatore del progetto con la collaborazione dei docenti del Cantalamessa, Marco Franchini, Marco Bozzi, Veronica Rossetti e David Miliozzi.
Con l’augurio della direttrice Alessandra Sfrappini a ciascuno dei partecipanti di poter continuare ad esprimere al meglio la propria personalità e ricchezza interiore e dopo il saluto di David Miliozzi, che, a nome del Dirigente scolastico, ha ricordato la qualità della didattica e delle attività educative proposte dal Cantalamessa, la presentazione ha incluso l’intervento di Claudia Manuale, coordinatrice del Centro d’ascolto e di prima accoglienza che ha toccato il tema del fare accoglienza, punto chiave del lavoro nella fase emergenziale degli sbarchi in cui il centro di Rampa Zara ha gestito uno dei Cascittadini, oggi in chiusura con il trasferimento degli ospiti ad altre sedi.
Leonardo Properzi e Marco Franchini hanno illustrato gli obiettivi del progetto quale conquista graduale della competenza linguistica attraverso l’esperienza della scultura. Intense e coinvolgenti le parole di Hassan Badreddine, fotografo di origini marocchine trapiantato in Italia che con grande sensibilità ha consentito di affiancare alla sua mostra fotografica “Io pure sarò vigna…” i lavori degli scultori esordienti:“Io sono ospite e l’ospitalità è un modo di essere”. In queste parole di Hassan Badreddine, ha sottolineato Giuliana Pascucci dei Musei civici, possiamo riassumere l’essenza di un progetto che dà al Museo profondità di senso e di significato.