Perchè i maceratesi sono detti “vrugnulù”? Questo soprannome è rimasto identificativo cittadini del capoluogo dopo l’uscita della poesia di Mario Affede ” Lu paese mia” (Macerata de li vrugnulù) , dove con ironia il noto poeta dialettale prende in giro i suoi concittadini per non avere l’esatto senso della misura. Dopo aver descritto Macerata come luogo in cui la “jente che rriga o ce bbocca se troa più che contenta e ccomendata”, racconta di un tale che con un osso di “vrugna mezzanella”, prugna di una varietà che veniva coltivata negli orti e appezzamenti cittadini , un frutto di media grandezza, ” ce porze mette su un confessionale” e con il legno che avanzò “ce fece quattro sedie e un credenzò”. Più comprensibile l’appellativo “Pistacoppi” usato in maniera dispregiativa dai residenti della costa. I pistacoppi sono infatti i piccioni, numerosi nel capoluogo.
Lu paese mia!
(Macerata de li vrugnulù)
di Mario Affede, 1938
Macerata, che nome che slargata
de core a numinalla. Su la vocca
te pare dorge a dilla: te travocca
la pasciò dall’anema veata!
Macerata città più recercata
de Londra e de Parigi, è tanta cocca;
e la jente che rriga o che ce bbocca
se troa più che contenta e ccommedata!
Anza, tant’anni fa ce staì un tale,
che, cò un ossu de vrugna mezzanella
ce porze mette su un confessionale!
E fo tar quale
Che, cò lo ligno che je ce vvanzò,
ce fece quattro sedie e un credenzò!