Articolo realizzato da Camilla Gallo nell’ambito del progetto “Alternanza scuola-lavoro”
Fiori di campo, erbe profumate e un pizzico di magia: c’è tutto questo nell’acqua di San Giovanni che potrai preparare questa sera e usare domani mattina in onore del santo.
Il 24 giugno infatti si festeggia San Giovanni Battista, il santo asceta vestito di pelle di cammello che battezzò Gesù, nonché patrono di Pollenza. Molte sono le usanze legate a questa data, ma di certo una delle più diffuse è la preparazione dell’Acqua di San Giovanni.
Prepararla è molto semplice: si raccolgono fiori ed erbe, si immergono in acqua, si espongono all’esterno durante la notte ed infine il giorno seguente si usa quell’acqua per lavare viso e corpo. Tra le piante più usate per profumare l’Acqua di S. Giovanni ci sono ginestre, papaveri, petali di rose, menta, iperico (chiamato anche “erba di san Giovanni” che ha proprietà paragonabili ad alcuni psicofarmaci), lavanda, camomilla, timo, rosmarino, artemisia (chiamata anche “assenzio volgare” e dedicata a Diana-Artemide), finocchio selvatico (potente amuleto utile ad affinare l’occhio negli inganni) e l’avena (simbolo d’abbondanza che aiuta a fare la scelta giusta).
Tradizionalmente si credeva che la notte del 23 fosse magica. Infatti era proprio durante quella sera che il solstizio d’estate fungeva da portale dal quale gli dei facevano passare i nuovi nati sotto forma di rugiada, imprimendo alla Natura forza e vigore. Da ciò deriva la sua funzione farmacologica dell’acqua che si crede abbia il potere di allontanare le malattie, scacciare il malocchio e la malasorte. In un’ottica cristiana, l’usanza viene ricondotta a San Giovanni Battista perché è stato il primo Santo a consacrare il battesimo, che viene compiuto anch’ esso con acqua purificatrice.
Ehhhh una volta la si preparava sempre in campagna era più facile reperire i petali di fiori e per noi bambini era un divertimento !!!! Tutto passa per fortuna si conserva il ricordo !!!!!
Che progetto? Quale scuola?