Sisma, maturandi preoccupati
scrivono al ministro:
“Alcuni di noi senza casa e libri”

Sisma, maturandi preoccupati
scrivono al ministro:
“Alcuni di noi senza casa e libri”

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SCUOLA – I ragazzi degli istituti di Macerata, Tolentino, Camerino, San Severino e Ascoli chiedono provvedimenti straordinari: “La nostra formazione sarà inevitabilmente differente da quella del resto d’Italia”

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Lavori all’istituto Divini di San Severino, reso inagibile dai terremoti di fine ottobre


Studenti senza casa, poche ore di lezione e ancora meno tempo per studiare in seguito alla devastazione dei terremoti degli ultimi mesi. Le preoccupazioni dell’ultimo anno di scuola per gli studenti marchigiani vanno ben oltre la di maturità, ma resta il timore di non poter onorare in maniera completa l’appuntamento con l’esame di Stato. Preoccupazioni contenute in una lettera inviata al ministero dell’Istruzione a nome degli studenti delle classi quinte dei licei Varano di Camerino e Orsino di Ascoli e degli istituti Filelfo di Tolentino, Divini di San Severino, Antinori di Camerino e Ricci di Macerata.
«In queste particolari circostanze – scrivono i ragazzi -, quali studenti del quinto anno, siamo forse maggiormente vulnerabili di fronte alle incertezze che ruotano attorno a tutti gli ambiti della vita quotidiana e ne mutano drasticamente il corso. Di conseguenza, è inevitabile che lo studio, nostro compito prioritario, ne abbia risentito».

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I ragazzi del Divini durante uno spettacolo


«Alcuni di noi si sono ritrovati senza più una dimora – raccontano -, con il trauma psicologico che può conseguire alla perdita dei propri beni e della sicurezza, che noi tutti abbiamo, nelle mura domestiche, costretti anche a separarci da parenti e amici, amaramente coscienti del fatto che questi momenti avrebbero cambiato per sempre la nostra vita.
A seguito dell’esodo verso le strutture d’accoglienza sulla costa e la conseguente riapertura delle scuole, sono sorti i primi problemi circa la nostra formazione: le lezioni sono ricominciate dopo un mese, a volte in un edificio diverso dall’originario, con orari ridotti per permettere a chi è stato dislocato sulla costa di raggiungere la scuola svegliandosi ad orari umani». In effetti le lezioni nelle scuole superiori di Camerino hanno avuto per un mese la durata giornaliera di tre ore e tre quarti, e solo da poche settimane iniziano alle 8,45 e terminano alle 13,15. E se a scuola il tempo è poco, «anche quando si torna dalle famiglie – sottolineano gli studenti – capita che non si abbia nemmeno lo spazio materiale sufficiente per studiare, vivendo con la famiglia in roulotte, in camper o in un bungalow di un villaggio turistico. Se anche non tutti abbiamo vissuto allo stesso modo gli eventi, se anche i danni subiti sono stati più o meno gravi, ciò che accomuna tutti noi ragazzi è una certa paura sottesa, un’angoscia che insieme al ricordo traumatico delle scosse è stata per settimane una presenza costante, tra i sopralluoghi, il conto dei danni e, per quanto riguarda noi, tra una pagina e l’altra del libro di testo, magari ricomprato o prestato da un professore». Ancora ad oggi, a pochi mesi dagli esami di maturità, «alcuni di noi non hanno tutti i libri di testo».
IMG_2585-650x433Oltre alle conseguenze del sisma, le scuole del territorio hanno dovuto affrontare in tempi più recenti anche i disagi causati dalla neve caduta abbondantemente nelle scorse settimane. «In seguito all’emergenza meteo – spiegano -, le scuole sono rimaste chiuse una settimana. Chi ha avuto il coraggio di rimanere nelle zone montane, dove ha perso la casa ma ha conservato il lavoro, si è trovato ad affrontare serie difficoltà. Ed infine, come se non bastasse, le recenti scosse del 18 gennaio hanno dato il colpo di grazia ad alcune strutture nel sud della regione e hanno riportato in vita molti di quei terribili ricordi i cui segni sono sotto i nostri occhi ogni giorno di normale anormalità». Nonostante l’impegno dei dirigenti e dei docenti, «il tempo è materialmente insufficiente e l’apprendimento è spesso compromesso. Dando infine voce al pensiero comune di tutti noi maturandi – si legge infine nella lettera dei ragazzi del quinto -, ciò che suscita maggior preoccupazione è la preparazione del regolare esame di stato, percorso ordinariamente estenuante, reso ancor più problematico dalla nostra condizione. La nostra formazione sarà inevitabilmente differente da quella del resto d’Italia, per cui suggeriamo di valutare l’opportunità di adottare provvedimenti straordinari che conservino la regolarità dell’esame e la piena validità del titolo di studio, come già avvenuto in seguito ad altri eventi simili, come il sisma del 2009 che ha colpito l’Aquila o quello del 2012 in Emilia. Fiduciosi che non saremo lasciati a noi stessi e auspicando che il disagio sopra rappresentato venga tenuto in considerazione».

Leonardo Giorgi
Scritto da

Affacciato dal Balcone delle Marche, Leo osserva il territorio maceratese per raccontare tutte le curiosità più interessanti e dare una mano a chiunque sia in difficoltà. Non dorme mai, ed è disponibile notte e giorno per la squadra e per le persone che chiedono il suo aiuto. É chiamato il “Marziano” perchè si rifugia spesso sullo spazio, per non farsi trovare dai potenti che prende in giro. Instancabile scrittore, i suoi unici punti deboli sono i videogiochi Nintendo e la musica rock. Prima di fare il giornalista era un famoso allenatore di Pokémon.



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