Una poesia dedicata ai bambini spaventati dal terremoto, alle mamme che nonostante il dolore stringono forte i loro figli, ai papà forti ma che poi, quando sono soli piangono disperati, senza essere visti. Con semplici parole ma con un grande cuore i bambini della III B della scuola Enrico Fermi di Sambucheto hanno voluto inviare il loro pensiero a chi è stato meno fortunato e dovrà passare il Natale lontano da casa. Immagini molto profonde espresse con un linguaggio semplice e facilmente comprensibile, quello dettato dal cuore di un bambino che vede la realtà in maniera immediata, senza filtri e senza preconcetti, capace di capire in maniera intuitiva quali sono le necessità più immediate. Scritta in classe tutti insieme è il lavoretto natalizio che hanno portato a casa per i loro genitori. Tutti l’hanno imparata a memoria e recitata tra le mura domestiche, strappando anche qualche lacrima alle loro mamme.
COME SEMPRE
Come sempre a Natale
cerchiamo parole per sconfiggere il male.
Parliamo di stelle, di pace e di amore
troviamo parole che tocchino il cuore.
Quest’anno però non guardiamo lontano
ci sono persone da prender per mano.
C’è una casa vuota e ferita
con dentro una foto, un pelouche, la vita.
Ci son bambini con gli occhi spaventati
che sognano sogni ormai dimenticati.
Ci sono le mamme che li stringono al cuore
con un sorriso fuori ma con dentro un dolore.
Ci sono i papà che piangono tristi
da soli, nascosti, per non essere visti.
A noi che siamo bambini piace pensare
che tutto presto torni normale.
Allunghiamo la mano a raccogliere stelle
sceglieremo tra tutte, quelle più belle.
Ed ogni stella al cielo rubata
sarà il nostro augurio di vita ritrovata.
Classe III B
Sono piccoli gesti che commuovono.
Un grazie particolare ai genitori che sempre apprezzano ed il bacio più grande ai miei piccoli grandi poeti, che con la semplicità del loro cuore giungono dritti al cuore di chi è meno fortunato.
Con i bambini, per fortuna, succede sempre…