di Federica Nardi
(video di Barbara Olmai)
Enrico Aliprandi è un maestro di scuola primaria a Milano e ha un camper che non gli serve molto, che sta sempre parcheggiato con il motore spento. Ma dopo il terremoto, che in provincia di Macerata ha rotto tante case e messo in difficoltà tante persone, Enrico ha deciso che quel camper, che per lui non era utile, poteva invece diventare la nuova casa di qualcuno rimasto senza. E così è stato, come racconta lo stesso Enrico: «Ho letto una richiesta di aiuto su un sito internet dove si chiedevano camper per i terremotati. Ho chiesto a chi potevo dare una mano e mi hanno dato il numero della signora Emanuela». Da lì un viaggio di ben 500 chilometri (è lunga la strada da Milano), per incontrare la signora Emanuela Petrucci e suo marito Angelo Crispiani e dare in prestito loro il camper.
I due prima del terremoto abitavano a Castelsantangelo sul Nera, una città piccola, ma molto bella, che si trova tra i monti Sibillini.
Emanuela gestiva un piccolo albergo con un grande giardino mentre Angelo faceva sculture e costruiva lampade di legno molto originali. Ma la loro casa ha subito danni e il loro giardino è andato sotto alle acque del fiume Nera dopo il terremoto. Andare via da Castelsantangelo, soprattutto per Angelo, poteva essere veramente molto triste. «Questa è la mia patria – dice Angelo – è il luogo in cui ho scelto di vivere e non posso fare a meno di stare qui, è importantissimo per me».
Quando Enrico li ha chiamati per dir loro che avrebbe portato il camper, Emanuela e Angelo si sono organizzati e sabato sono andati a incontrarlo a Tolentino, dove hanno ricevuto le chiavi del camper. Perché un camper, anche se ha le ruote e si guida come un’auto, dentro ha molto spazio e posti per mangiare, dormire e anche lavarsi. «Questa è la nostra nuova casetta – dice Emanuela – Ci dormiremo subito. È stato un gesto bellissimo quello di Enrico, in qualche modo lo ringrazieremo. Magari con un dolce preparato da me o una scultura preparata da mio marito».
Ma Enrico ha fatto questo gesto senza aspettarsi niente in cambio. «Sono contento – dice Enrico – perché possono restare a Castelsantangelo e so che è anche grazie al mio camper».
Io adoro il mio Papà ha un cuore unico.