Alberi giganti, bellissimi, maestosi o antichissimi. Le Marche sono piene di piante che hanno una storia soprendente, che vivono da centinaia di anni e che hanno superato tante epoche dell’uomo. Ne parliamo proprio oggi nella Giornata nazionale degli alberi.
Sono così belli e importanti da essere stati definiti e catalogati come veri e propri monumenti, da ammirare, fotografare e visitare. Sembrano un po’ gli Ent del Signore degli anelli, saggi, pacifici e degni di grande rispetto. Secondo l’Unesco, l’ente internazionale che protegge il patrimonio, i monumenti sono opere architettoniche, plastiche o pittoriche, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di valore universale, eccezionale sotto l’aspetto storico, artistico o scientifico. Ma in questa definizione non si parla di piante, che cosa è quindi un albero monumentale? «Per pianta o albero monumentale si intende un soggetto vegetale di particolare valore paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale, in genere ufficialmente repertoriato per alcune sue particolarità».
Quindi una pianta può diventare monumentale se è di dimensioni molto grandi, se è molto antica, se è legata a un avvenimento storico importante, se è una vera rarità oppure se ha un elevato valore biologico. Al di là dei requisiti che li caratterizzano, gli alberi monumentali possono svolgere specifiche funzioni: possono essere delle banche dati per chi studia il clima del passato, possono essere banche di germoplasma (che possiamo chiamare anche il sangue delle piante), possono avere funzioni didattiche per studenti e studiosi, possono avere un valore turistico per tutti gli appassionati del verde, possono avere una funzione ecologica di protezione per i piccoli animali oppure sede di un grande numero di organismi come funghi, licheni, insetti. Nelle Marche gli alberi monumentali sono 397 (secondo il censimento del corpo forestale del 2014) e sicuramente qualcuno si troverà vicino casa tua.
In particolare sono stati segnalati 346 alberi, 18 gruppi, 14 filari, 10 boschi e 9 tipologie speciali. Tra questi alcuni alberi famosi come il Tasso del monastero di Fonte Avellana, nel pesarese, o il Platano del Piccioni, nell’ascolano, insieme a numerosi e meno noti alberi che segnano i confini dei campi o che abbelliscono i parchi delle dimore storiche o le aie delle case coloniche. Il maggior numero, ben 122, si trovano in provincia di Macerata; a questa segue la provincia di Pesaro e Urbino con 110 mentre le province di Ancona, Ascoli e Fermo ospitano rispettivamente 51, 58 e 56 piante monumentali. I marchigiani hanno sempre tenuto con cura i loro alberi infatti ben 143 (60%) dei 239 comuni marchigiani ne ospitano almeno uno. In assoluto la roverella è la specie più rappresentata e con 161 esemplari. Alla roverella segue il faggio, il cedro del Libano (Cedrus libanotica), il leccio (Quercus ilex) e numerose altre specie.
Tra le rarità il cipresso della guadalupa (Cupressus guadalupensis S.W.) o la quercia da sughero (Quercus suber). La roverella più imponente della Regione raggiunge un diametro di 2,05 metri ed ha un’età stimata di circa 450 anni. Si trova nel Comune di Treia, in provincia di Macerata, la più ricca, fra quelle marchigiane, di querce di pregio. La quercia più grande della provincia di Pesaro invece raggiunge un diametro di 1,68 metri ed un’età di 300 anni e si trova a Macerata Feltria. Il faggio (Fagus Sylvatica), specie montana, appare invece più legato al bosco e al pascolo e dopo la roverella, costituisce la specie più rappresentata. Il Faggio di maggior diametro della Regione è in provincia di Pesaro, sul Monte Nerone nel comune di Piobbico. Si tratta di un esemplare isolato, a breve distanza da una faggeta a 1345 metri di altitudine, con un diametro di 2 metri e un’età di circa 400 anni. Di dimensioni analoghe è il faggio di Canfaito, a San Severino con un diametro di 1,99 metri.
In assoluto l’albero più maestoso, cioè con il maggior diametro, pari a ben 2,70 metri, è un platano (Platanus orientalis). Si tratta del famoso platano del Piccioni, sulla Strada Salaria di Ascoli vicino allla località Mozzano. Il platano, ha un’età stimata in 550 anni. L’albero più vecchio della regione è invece un tasso (Taxus baccata) al quale è attribuita un’età di 600 anni. Si tratta del famoso tasso di Fonte Avellana, forse il più grande d’Italia, nel comune di Serra S. Abbondio, alle falde del Monte Catria vicino l’omonimo Monastero. Secondo i monaci e una consolidata tradizione locale il tasso avrebbe tuttavia un’età molto superiore a quella stimata e pari ad almeno 1000 anni. Come vedi sono tante le cose da impare sugli alberi e tante ancora da scoprire. Per approfondire la conoscenza di queste straordinarie creature centarie puoi consultare il sito di riferimento. La prossima volta che guardi un albero però, che sia monumentale o no, ricordati che non è solo una pianta ma un essere vivente con una storia, una funzione e tanta tanta bellezza.