“Chiedimi se sono felice” è il significativo titolo della tavola rotonda che ha visto ieri sera a casette Verdini, frazione di Pollenza, il confronto tra i rappresentanti di famiglie, scuola, parrocchia e associazioni sportive. Con l’aiuto della psicologa Valeria Lupetti e dell’educatore Federico Bollini, le più importanti agenzie educative si sono interrogate sulle modalità con cui le varie realtà possono collaborare per ottenere il bene di ragazzi e ragazze, bambini e bambine.
Ha parlato della necessità di indirizzare l’attenzione dei giovani sui grandi interrogativi, il parroco di Casette Verdini don Mario: «Credo sia necessario chiedersi da dove veniamo, dove andiamo nella nostra vita».
La catechista Federica Properzi richiamando le parole di papa Francesco ha anche sottolineato il ruolo sociale dello sport nella crescita dei giovani.
Hanno sottolineato il ruolo dello sport come formazione umane e momento di socialità Corrado Ciurlanti del Montemilone calcio, Alessandro Mattiacci dell’associazione di pallavolo, Giorgio Tombesi del tennis e Silvia Zamponi della rotellistica Juvenilia. I rappresentanti delle società hanno anche evidenziato tante iniziative volte al rispetto di tutte le esigenze dei ragazzi. Gli allenatori di calcio ad esempio chiedono di conoscere eventuali problemi scolastici degli atleti per valutare di saltare allenamenti, gli orari di partite ed allenamenti vengono concordati in modo da non coincidere.
Giovanni Ceci, uno dei genitori della frazione, ha dato testimonianza di un linguaggio condiviso con le insegnanti e con la scuola, come confermato dalla maestra Paola Ceci che ha anche sottolineato il passaggio all’istruzione di tipo cognitivistico: «C’è sempre meno spazio per la creatività».
Propone di rivedere l’alleanza tra i vari soggetti Alberto Virgili della Federazione italiana Calcio di Macerata: «In passato l’alleanza era tra genitori e scuola, tra genitori e allenatore, tra genitori e catechista. Ora l’alleanza è tra genitori e figli».
Il tema della famiglia, il ruolo centrale e predominante di cui deve riappropriarsi nell’educazione è stato predominante tanto da essere riconosciuto da tutti i presenti come problematica di base.
«Viviamo un cambiamento culturale – ha detto Federico Bollini, responsabile del progetto All out contro il gioco d’azzardo patologico – con cui dobbiamo fare i conti. Ognuno può fare la sua parte per cambiare le cose».
Ha dato grande importanza all’ascolto la psicologa Valeria Lupetti: «Dedicate tempo ai vostri figli, ascoltate cosa hanno da dire senza giudicare. Purtroppo la rivoluzione del tutto e subito ci porta a una visione distorta della realtà e dei rapporti. Non lasciate soli i vostri ragazzi. Loro seguono il nostro esempio, fanno ciò che ci vedono fare. Teniamolo bene a mente».