di Maurizio Verdenelli
‘Zanna bianca’ vive sull’antico altopiano, sopravvivendo alla modernità rappresentata dalla nuova superstrada. E può vantare già una discreta famigliola. Yukon è Colfiorito e i cercatori d’oro del Klondike sono ora gli automobilisti che si fermano per acquistare la patata rossa, farro, cicerchia dai produttori locali che in trattore arrivano e posteggiano a fianco della ‘vecchia’ Valdichienti. Anche il lupo appenninico, come quello famoso dell’autore Jack London, si è salvato a stento. Soccorso quella mattina del 4 marzo del 2013 dagli operai del cantiere di Cifo (Foligno). Ristabilitosi è tornato ai ‘suoi’ boschi della Terra di Mezzo. E’ possibile udirne l’ululato le notti d’inverno durante le quali si unisce in branco insieme con i suoi ‘fratelli’ per valli e monti che circondano Colfiorito, Cesi, Serravalle e tutti i borghi incantati tra Marche ed Umbria. Nel buio di un primo gennaio appena ‘sbocciato’, dall’alto li fotografò così Federica Santoni. Due branchi che nella neve, lentamente procedevano in ordine verso una nuova alba, un nuovo giorno, un nuovo anno.
La neve, ecco il pericolo peggiore dopo trappole, veleni e fucili dei bracconieri che in Italia uccidono ogni anno decine e decine di splendidi esemplari. Anche a Colfiorito a poche decine di chilometri da Assisi e da Gubbio, nel cuore del Parco. Tuttavia nel segno del Poverello, “l’ultimo lupo” umbro-marchigiano può salvare tutti gli altri lupi sull’esempio di Civitella Alfedena. Una nuova ‘Operazione San Francesco’ trapiantata dall’Abruzzo sull’altopiano, è possibile. Perché il lupo di Cifo e pure il branco di Costa Fiori sulle alture di Muccia (avvicinatosi per fame all’agriturismo La Castellina) salvati dall’intervento provvidenziale dell’uomo non siano dovuti solo ad episodi ammirevoli ma casuali. Così come il clacson dell’auto di un ecologista trovatosi fortuitamente alle spalle di quella di un bracconiere che silenziosamente stava per abbattere, domenica scorsa, un capriolo che brucava tranquillo in un prato di Annifo.