mercoledì, Dicembre 4, 2024

«Non abbiate paura di sbagliare: serve a capire cosa non volete essere»

APPIGNANO - Al Talk festival tre intensi giorni di cultura, educazione e dialogo intergenerazionale sulle sfide della crescita per trovare un posto nel mondo. Ospiti il professor Enrico Galiano, lo psicoterapeuta Alberto Pellai e il Doppiatore marchigiano

 

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Alberto Pellai ed Enrico Galliano sul palco del teatro Gasparrini con Roberta Cesaroni

Trovare un proprio posto nel mondo e sbagliare per capire chi non si vuole essere, ma anche l’impatto di social media e nuove tecnologie sui giovani fino a sottolineare come i media possono essere una ricchezza se usati nel modo giusto, ad esempio per diffondere tradizioni e ironia. Di tutto questo si è parlato nella prima edizione del “Talk Festival: dialogo tra generazioni” tre giorni di confronti e di riflessioni dedicati al dialogo intergenerazionale e alle sfide educative della società moderna, organizzato dal Comune di Appignano, in collaborazione col Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza  Giancarlo Giulianelli e con l’Associazione Help Sos Salute e Famiglia Odv e il supporto del DDP di Macerata e delle Associazioni Mav, Prometeo e Terre di Sogno.

Talk-Festival-Appignano-Atteso ospite della rassegna, il prof Enrico Galiano che in un dialogo, condotto dalla giornalista Alessandra Pierini, ha affascinato il folto pubblico presente su come trovare il proprio posto nel mondo. A partire dai miti greci, attraverso un’analisi simbolica, Galliano ha invitato a rimettersi in ascolto del proprio Daimon, quella voce interiore che rispecchia la nostra essenza e ci fa capire esattamente come essere felici. Una voce interiore spesso oscurata dalla ricerca di compiacere aspettative altrui, dalla paura di prendere in mano la propria vita o, peggio ancora, dall’immobilismo passivo del fluire quotidiano. «Sta a noi educatori il compito di guardare i ragazzi con occhi che sappiano cogliere il loro valore e restituirlo, affinché possano diventare consapevoli delle proprie potenzialità e avere fiducia in se stessi e negli adulti con cui interagiscono» ha spiegato Galliano e rivolgendosi agli studenti dell’Istituto Luca della Robbia li ha stimolati a sentirsi sempre all’altezza dei propri sogni, invitandoli a non ascoltare chi tende a demotivare per sfiducia o per altre aspettative. «Gli sbagli e i fallimenti aiutano ad acquisire una coscienza critica delle proprie possibilità, li motiva ad aumentare l’impegno o ad aggiustare il tiro».

Talk-Festival-Appignano-1-1024x768Lo psicoterapeuta e ricercatore Alberto Pellai, in dialogo con la dottoressa Roberta Cesaroni, coach adolescenziale, ha invitato a riflettere sull’impatto che i social media e gli smartphone hanno nella vita delle nuove generazioni. Partendo dalle neuroscienze che confermano una diminuzione delle connessioni sinaptiche e quindi dell’attività cerebrale in caso di usi prolungati, vi sono anche molte altre problematiche come l’isolamento sociale, le difficoltà relazionali, l’aumento e la gestione della rabbia. Un tema a Pellai caro ed urgente tanto da aver promosso una petizione per chiedere al governo italiano il divieto di smartphone e social sotto i 16 e 14 anni. Il prof Pellai ha posto infine l’accento sulla necessità di attivare patti educativi, tra la società e le istituzioni pubbliche, come la scuola, per superare quel clima di individualismo e di frantumazione sociale che ostacola l’attuazione di un modello educativo basato sulle attività esperienziali.

Un patto educativo che elimini forme di iper-protezione e situazioni ansiogene e conflittuali verso i ragazzi, in cui si riaffermi la piena fiducia tra istituzioni e famiglie e prevalga un dialogo costruttivo.

Dopo l’intervento del comunicatore Paolo Nanni del DDP dell’Ast di Macerata con un divertente test sull’uso dei social e degli smartphone per determinare lo stato di dipendenza, il Festival si è chiuso con la performance del duo del Doppiatore Marchigiano. Alberto e Riccardo, intervistati dalla blogger Daniela Zepponi, con dialoghi ironici ed esilaranti, hanno dimostrato che è possibile utilizzare i social anche per trasmettere in maniera divertente contenuti valoriali e campagne sociali importanti.

«Tre giorni davvero intensi e ricchi di stimoli e riflessioni con la consapevolezza che il nostro sguardo sui giovani ha un impatto fortissimo e che può essere di cura, oppure carico di pesi come le nostre aspettative e le ambizioni personali. – Ha commentato il sindaco Mariano Calamita – E’ necessario togliere lo scudo iper -protettivo che ostacola i nostri ragazzi nella loro libertà di sbagliare, è nostro dovere sorreggerli nelle cadute, mostrargli la direzione e incoraggiarli a non demordere, nel rispetto più alto delle loro aspirazioni».

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