Scambio culturale in francese per gli alunni e le alunne del Convitto di Macerata con una scuola del Benin. E’ stata una esperienza di crescita e condivisione per alunni e alunne della scuola. Lo raccontano Laura Montaguti e Teresa Pisanelli, studentesse delle classi che hanno vissuto i momenti più importanti di questo incontro tra culture.
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di Laura Montaguti e Teresa Pisanelli
Salut! E’ stata questa la prima parola che noi alunni e alunne delle classi 3A e 3B del Convitto Leopardi, che studiamo francese come seconda lingua comunitaria, abbiamo scambiato con i ragazzi e le ragazze di una scuola secondaria di I grado del Benin, in Africa occidentale. Grazie all’aiuto del Centro Missionario dei Frati Cappuccini di Recanati e in particolare dei responsabili del Centro Missioni Estere, nella figura di Fra Manuel, è stato possibile mettere in atto, in questo anno scolastico, il progetto “Garçon italien – garçon français: un pont vers toi nouveaux amis du Benin” che ha avuto come obiettivi principali sia la promozione di uno scambio interculturale, usando il francese come lingua-ponte, tra coetanei di due realtà completamente diverse, sia la conoscenza del lavoro dei missionari francesi e italiani che operano in Benin.
Sono proprio questi ultimi a essere intervenuti in classe per incontrare noi studenti e avviare le attività, che hanno previsto videochiamate in diretta e scambi di messaggi con ragazzi e ragazze beninesi.
Quattromila chilometri in linea d’aria non sono stati sufficienti a fermare la voglia di condividere parole e cultura! Nel corso del secondo quadrimestre, proprio nei giorni in cui da noi si festeggiava il Carnevale, in preda all’emozione per questa nuova esperienza, abbiamo infatti intrapreso la prima videochiamata tramite Meet, in compagnia delle professoresse di Religione, Armida Mazzei, e Francese, Saveria Lucarini, coreferenti del progetto per il Convitto.
Abbiamo parlato di noi, sempre en français, anche attraverso descrizioni personali, e delle nostre abitudini scolastiche ed extrascolastiche; abbiamo chiesto dei loro passatempi, scoprendo che i nostri coetanei beninesi trascorrono una vita legata strettamente alla natura e al divertimento all’aria aperta. È stato un giorno di gioia: alcuni di noi oltretutto avevano portato parrucche e costumi di Carnevale per rendere più allegro il momento e, quando i ragazzi del Benin, incuriositi, hanno notato questa nostra particolarità, ci hanno spiegato che da loro non si festeggia, ma che praticano altre usanze come ballare con costumi e musica tipici del luogo.
Per non perdere i contatti, abbiamo anche intrapreso una corrispondenza via mail in francese con i nostri nuovi amici: siamo riusciti a parlare di scuola e delle consuetudini dei nostri Paesi, soprattutto legate alle festività tradizionali.
A impreziosire lo scambio, come ci ha spiegato Fra Manuel, un ulteriore proposition de projet a cui noi alunni e alunne siamo stati ben lieti di collaborare: quello di aiutare a rendere i ragazzi del Benin liberi, arginando lo sfruttamento dei bambini spaccapietre, enorme piaga di questo Paese, attraverso l’acquisto, nel mese di marzo, di Uova di Pasqua solidali, il cui ricavato è stato poi devoluto dal Centro Missioni Estere dei Cappuccini delle Marche per la costruzione di nuove scuole, pozzi ed edifici utili a specifici villaggi. La nostra scuola ha preso molto a cuore l’iniziativa e ha acquistato più di cento uova di cioccolato, un vero record! Al loro interno, abbiamo trovato sorprese legate al Benin: oggetti prodotti artigianalmente, collanine, ma anche puzzle rappresentanti balli e usanze per noi totalmente stravaganti. I Frati hanno ringraziato molto gli studenti, i docenti, in particolare le referenti Mazzei e Lucarini, gli educatori, tutto il personale della scuola e la dirigente scolastica Roberta Ciampechini per il contributo generoso: attraverso un’iniziativa come questa, anche i più giovani possono arrivare a comprendere il volto tragico di alcune realtà, contribuendo concretamente alla loro salvezza.
Cosa abbiamo interiorizzato da questa esperienza? Numerosi insegnamenti: tra i più importanti, che il francese è una lingua meravigliosa, in grado di aprirci porte e ponti in tutto il mondo, non solo quello francofono, e che la scuola è un bene che va preservato e vissuto a pieno, vista l’elevata presenza di Paesi che non riescono a offrire un servizio come il nostro o in cui addirittura non viene garantito il diritto all’istruzione.
Con la fine dell’anno, si è conclusa un’esperienza che non dimenticheremo e che custodiremo nel nostro cuore. Ci teniamo a ringraziare le nostre insegnanti Armida Mazzei e Saveria Lucarini per averci accompagnato, con professionalità e dedizione, in questo viaggio interculturale.