Un vero e proprio popolo quello che segue la stagione itinerante di “Si raccontano le favole”. Un popolo fatto di bambini che trascinano i genitori, di nonni pazienti, ma soprattutto di tanta voglia di ascoltare storie e di vivere insieme quella magia che resiste da oltre mille anni e che nessuna tecnologia saprà o potrà mai sostituire: la magia del racconto, della parola, delle trame. Lo stesso entusiasmo di sempre ad attendere la serata di lunedì scorso, quando, nonostante il tempo molto incerto, cinquecento persone hanno riempito la piazza del quartiere Fontespina per assistere allo spettacolo in programma. A causa del temporale la povera strega di Hansel e Gretel non ha potuto raccontare la sua storia, ma la carovana delle favole ha in serbo altri incantevoli racconti. Prossimo imperdibile appuntamento alle 21,30 di lunedì 23 luglio. In piazza Tricolore del quartiere Risorgimento a Civitanova la compagnia “Teatro dell’acquario” di Cosenza va in scena con lo spettacolo “Giufà e il mare”. Le antiche storie del Mediterraneo prenderanno vita; storie che rimbalzano da una sponda all’altra di questo antico mare e che gli uomini tramandano da tempi remoti. In scena l’attore Maurizio Stammati, la musicista Dilva Foddai, che darà vita alle musiche composte da Ambrogio Sparagna, massimo esponente della musica popolare italiana, e da Eros Pardi, animatore di ombre e figure varie. Uno spettacolo che ci riporterà al piacere di ascoltare avventure mirabolanti, di volare sopra mari e montagne, di stringerci vicino ai genitori per superare le paure degli inevitabili cattivi che popolano queste vicende, cattivi che temiamo e che al contempo aspettiamo, perché una storia senza cattivi non catturerebbe l’attenzione di nessuno.
Il cantastorie ci condurrà in un viaggio nel cuore mediterraneo, tra dialetti e lingue diverse, colori e suoni variegati, attori e personaggi, racconti e aneddoti, miti di un tempo e storie reali, identità e tradizioni. In questo cammino incontra e conosce tante persone sempre diverse. Tra loro c’è Giufà. Giufà è un tipico esempio di transumanza narrativa: temi spesso identici nei concetti e a volte nei nomi si ritrovano in paesi assai distanti, ma legati da una stessa area culturale che affonda le sue radici in una comune matrice: il Mediterraneo. Questa storia però non ci accompagna solamente a scoprire le radici del mare nostrum. Si tratta anche di un viaggio attraverso il teatro, dove il gioco della finzione si cela e si svela all’improvviso e dove le tecniche e i segreti del mestiere si fondono e si confondono in un continuo fluire. Lo spettacolo, realizzato a tecnica mista (teatro d’attore, teatro musicale, teatro di figura), nasce per rivolgersi ad un pubblico giovane, ma riesce ad incantare trasversalmente tutte le generazioni. Ponendosi al di sopra di ogni categoria, esso offre agli spettatori molteplici livelli di lettura di una realtà dalle mille sfaccettature. Le musiche per organetto, composte dal noto musicista ed etnomusicologo Ambrogio Sparagna, completano la dimensione del viaggio attraverso suggestive contaminazioni musicali.