venerdì, Novembre 22, 2024

Dall’Amazzonia all’Hotel House, Cingolani:
“Vi racconto i popoli del mondo”

PORTO RECANATI - La 4B della scuola primaria I.C. “E. Medi” ha intervistato l’antropologo, documentarista e regista marchigiano, autore del film “Homeward bound – sulla strada di casa”

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Foto di gruppo con Giorgio Cingolani

scuola-media-4A-e-4B-giorgio-cingolani-porto-recanati-4-300x225Giorgio Cingolani è un giovane regista di Porto Recanati. Ha incontrato gli alunni della 4^ B della scuola primaria I.C. “E. Medi” a Porto Recanati che, incuriositi dalle sue molteplici esperienze, hanno piacevolmente conversato con l’antropologo, documentarista e autore del film “Homeward bound – sulla strada di casa”.

Come si diventa antropologo?
“L’antropologo studia i comportamenti dell’uomo nella società e la sua evoluzione. Io mi sono laureato in lettere all’università di Macerata con una tesi sulla storia delle religioni”.

Perché ha scelto il lavoro di antropologo?
“L’ho scelto perché mi dava la possibilità di viaggiare e di studiare persone tanto diverse tra loro per aspetti sociali e culturali. Sin da piccolo ero affascinato da culture diverse dalla nostra. Ad esempio impazzivo per gli Indiani d’America”.

Qual è stato il suo primo viaggio?
“Il primo viaggio risale al 1997 in Etiopia (Africa) per studiare la popolazione Afar. L’Africa mi è rimasta nel cuore: i paesaggi, i colori ma soprattutto gli odori”.

scuola-media-4A-e-4B-giorgio-cingolani-porto-recanati-2-300x225Qual è l’animale preferito tra quelli incontrati nei viaggi?
“Lo Yak, una specie di bue che ho visto in Asia e il Lemure , in Madagascar”.

Ha fatto delle amicizie nei suoi viaggi?
“Ho trovato tanti amici, con alcuni ho mantenuto i contatti”.

Cosa portava in valigia e cosa le mancava di più?
“Nei viaggi portavo solo l’essenziale; cose leggere e necessarie come, ad esempio, i farmaci ma pochi vestiti. Compravo ciò che mi serviva sul posto per viaggiare più leggero. Mi è capitato di farmi cucire abiti da sarti del luogo. Capitava di camminare per ore sotto il sole e quindi non potevo avere troppo peso. Portavo sempre due strumenti per lavorare nel caso uno si fosse rotto (due telecamere, ecc.). Mi mancava non poter telefonare a casa per più di venti giorni. Ero molto preoccupato perché non sapevo se i miei stessero bene e anche loro non avevano notizie di me”.

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Giorgio Cingolani in Amazzonia

Perché ora viaggia meno?
“Nel frattempo sono nati i miei figli: Enrico e Claudia e quindi non voglio più stare troppo tempo lontano da casa”.

Quale mezzo usava per gli spostamenti?
“Per spostarmi da un posto all’altro del paese in cui ero ho usato macchine, canoe, zattere e andavo anche a piedi nella foresta o per scalare montagne altissime: molto faticoso e con poco ossigeno a 6.600 metri!”

scuola-media-4A-e-4B-giorgio-cingolani-porto-recanati-3-300x225Quale aspetto del lavoro di regista le piace di più?
“La parte che preferisco è il montaggio: consiste nell’ordinare le varie inquadrature scartando le scene venute meno bene e ricomponendo le altre. Questa è un’attività molto complessa e per questo, occorre l’aiuto di altri professionisti: c’è chi si occupa del suono e chi degli effetti speciali .“

Quanto tempo ci vuole per fare un film?
“Ci vogliono 2 – 3 anni”.

Quali caratteristiche servono invece per fare il documentarista / antropologo?
“Bisogna aver studiato ogni aspetto della cultura dei vari popoli, conoscere le usanze dei vari paesi, studiare le lingue straniere per comunicare con le persone che si incontrano ed essere molto curiosi”.

scuola-media-4A-e-4B-giorgio-cingolani-porto-recanati-1-300x225Cosa l’ha spinta a fare un film sull’Hotel House?
“Mi interessava raccontare le storie di ragazzi così tanto diversi per culture. All’Hotel House convivono persone che provengono da 40 paesi diversi”

Cosa l’ha colpita di loro?
“ Frequentandoli per tanto tempo li ho conosciuti bene e ho capito che sono ragazzi proprio come voi e hanno i vostri stessi desideri. Non ha senso escluderli perché sono immigrati”.

Quale sarà il suo prossimo progetto?
“Probabilmente l’anno prossimo lavorerò ad un film sui monti Sibillini, racconterò le Marche e il recente terremoto. Gireremo il film in inverno perché la neve renderà ancora più bello quell’ambiente.”

***
Articolo realizzato dagli slunni e dalle alunne della classe 4B dell’i.C. “Medi” di Porto Recanati con il coordinamento delle insegnanti Maria Grazia Nalmodi e Giovanna Torresi

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Cingolani al lavoro

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