La fauna dei Sibillini
e la valle del Rio Sacro
filmate dalle fototrappole

La fauna dei Sibillini
e la valle del Rio Sacro
filmate dalle fototrappole

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MACERATA – Carlo Vecchioli, urologo con la passione per la montagna, ha incontrato alunni e alunne della scuola media “Dante Alighieri” e ha presentato il suo video realizzato in sei mesi di lavoro

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L’incontro con Carlo Vecchioli

La fauna dei Sibillini e la biodiversità sono state il tema dell’intervento di Carlo Vecchioli, urologo con la passione per la montagna e le sue creature, che ha tenuto una lezione per le prime classi della scuola media Dante Alighieri. La cronaca  della mattinata è di Angelica Garbuglia, alunna della 1E.

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di Angelica Garbuglia

Alla secondaria di I grado “ Dante Alighieri” di Macerata sono state organizzate tre “Giornate delle soft skills-orientamento” così chiamate perché rivolte a promuovere quelle abilità “soffici” ma tanto utili per conoscere se stessi, i propri talenti, le proprie aspirazioni e soprattutto necessarie per vivere bene nel gruppo-classe e nel futuro ambiente di lavoro.
In queste tre giornate, la scuola si è trasformata in un vero e proprio college: gli alunni e le alunne hanno partecipato a diversi laboratori spostandosi in diverse aule. Non c’erano né zaini, né libri ma solo piccoli taccuini sui quali annotare le informazioni più importanti. Anche i tempi della ricreazione sono stati più lunghi: due soste da un quarto d’ora ciascuna.
Per noi alunni ed alunne delle classi prime sono state organizzate ben 10 attività diverse.
Nella mattinata di martedì 13 febbraio, ci siamo recati in aula magna per ascoltare Carlo Vecchioli, il quale ci ha mostrato un filmato sulla fauna dei monti Sibillini ed in particolare di quella della valle di Rio Sacro. Vecchioli si è presentato e poi ha introdotto l’argomento di cui ci avrebbe parlato.
L’aspetto estremamente interessante è che le riprese del filmato sono state fatte tutte da lui attraverso delle piccole macchine chiamate fototrappole. Per realizzare il video di circa 30 minuti ci sono voluti 6 mesi, ma per fare le riprese circa un anno.
All’inizio del filmato viene raccontata l’origine del nome della valle di “Rio Sacro”.
«Tra milioni e milioni di alberi che si espandono sulla nuda roccia, in questo scrigno della natura ancor prima dell’anno Mille, un monaco benedettino spinto dal desiderio di vivere in solitudine si inoltrò in un sentiero, in cerca di un luogo adatto dove edificare un cenobio. Camminò per alcuni chilometri con la sola compagnia del Rio, finché non si fermò ai piedi delle falde di Monte Fibbia, vicino ad una sorgente di acqua pura; qui il frate decise di edificare l’ Abbadia». Ed è così che dal solo nome di Rio, il fiume prese poi il nome di “Rio Sacro”.
Dopo il 1500 i frati si trasferirono nella chiesa di Santa Maria di Meringio dove trasportarono le poche rovine rimaste del Monastero. Nel 1993, anno importantissimo, venne istituito il Parco dei Monti Sibillini che allora ricopriva 71mila ettari di terra.
Nel video abbiamo visto che nel parco con l’arrivo della buona stagione gli animali si reimpossessano della valle: i caprioli sono intenti a marcare i loro territori; non molto lontano un maschio di cervo si ciba di tenere foglioline verdi mentre le faine cominciano a curiosare nel sottobosco, in pieno giorno, in cerca di cibo.
Ci sono poi anche numerose volpi. La buona stagione è anche il periodo delle nascite, soprattutto per i cinghiali, i gatti selvatici, i lupi, i cerbiatti e le aquile.
fauna_appenninica2-576x1024In estate, a causa del caldo, in una radura nascosta, i cinghiali, hanno scavato una buca per raccogliere l’acqua piovana: con essa si rinfrescheranno e, con bagni di fango, toglieranno i parassiti dalla loro pelliccia.
Della pozza usufruiscono anche altri animali: lupi, volpi, colombacci e persino il picchio verde, il gatto selvatico, l’istrice e lo scoiattolo. Il tordo vi troverà invece i numerosi vermicelli di cui è ghiotto.
Nella stagione autunnale la valle diviene una tavolozza di colori; sembra il quadro di un pittore impressionista.
I maschi di cervo sembrano irrequieti e particolarmente eccitati, dato che questo è il periodo degli amori e i bramiti risuonano in tutta la valle dove si svolgono anche duelli.
Anche per i cinghiali è il periodo degli amori.
Come il lupo, persino i gatti selvatici sono più interessati a cercare del cibo, ma anche il tasso scruta con attenzione il terreno per individuare i grassi lombrichi di cui è ghiotto.
Arriva poi il periodo invernale e la vita per gli animali diviene un’autentica scommessa; sopravvivere si fa sempre più difficile: arriva la neve, il freddo e la difficoltà di reperire provviste.
I cinghiali sembrano ben attrezzati e riescono a cercare cibarie nel terreno gelato; i cervi mostrano ancora un portamento regale e quando non é più possibile reperire alimenti nel terreno, utilizzano i loro palchi con i quali strappano i rami più alti, riuscendo ad acciuffare tenere foglioline verdi; i caprioli invece sono molto in difficoltà: i loro piccoli zoccoli sprofondano nella neve e non riescono ad arrivare ai rami più alti.
Alcune volpi non sono interessate al cibo, infatti per loro questo è il periodo degli amori. Il gatto selvatico è costretto ad uscire di giorno in cerca di cibo come anche le famiglie di lupi che sono in cerca di qualche giovane cinghiale.
Termina la stagione invernale e ritorna quella buona. Il Rio scorre tranquillamente: gli animali stanno iniziando una nuova fase di vita.
«Dove prima sorgeva il monastero si innalza il richiamo del lupo, un richiamo ancestrale come quella valle».
Una volta terminata la visione del video, Vecchioli ha fatto riflettere i ragazzi e le ragazze sull’importanza della biodiversità. Sono emerse così tante riflessioni sulla sopravvivenza delle diverse specie ed anche sulla loro evoluzione.
Salvaguardare l’evoluzione è fondamentale per garantire l’equilibrio degli ecosistemi nei diversi ambienti.
I ragazzi e le ragazze hanno avuto modo di esprimersi, di fare delle considerazioni personali ed anche di sfatare molte false credenze come quella che si tramanda sulla pericolosità del lupo. Vecchioli ci ha detto che in realtà l’animale più pericoloso è l’uomo.
L’incontro si è concluso con un grande ringraziamento da parte di Vecchioli che ha imitato il bramito del cervo, facendo fare a tutti gli studenti una grande risata: è stato molto divertente.



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