Le poesie dell’ex dirigente scolastica
diventano canzoni

Le poesie dell’ex dirigente scolastica
diventano canzoni

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COLMURANO – Le opere di Luciana Salvucci protagoniste, insieme ai canti della Divina Commedia aScala di luce nella notte, spettacolo andato in scena nel Museo Renzo Contratti Ventura nel corso di Artistrada

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Da sinistra Luciana Salvucci, il sindaco Mirko Mari e il traduttore dei suoi libri in hindi

di Leonardo Luchetti (foto Mario Lambertucci)

Canzoni ispirate alla Divina Commedia. Sono andate in scena nel Museo Renzo Contratti Ventura, dove domenica 9 luglio si è svolto lo spettacolo “Scala di luce nella notte”, di teatro, canzoni, parole e musica, canti della Divina Commedia ma anche canzoni e scritti di Luciana Salvucci, con la partecipazione di vari artisti.
L’iniziativa è stata inserita nella 27ª edizione di Artistrada, che si è svolta a Colmurano ed è rivolto, in particolare, a coloro che amano vivere e condividere l’arte nelle piazze e nelle strade. La strada diventa un palcoscenico naturale che inonda di relazioni amicali, emozioni positive, bellezza, felicità.
Luciana Salvucci, una delle protagoniste dello spettacolo del 9 luglio, già dirigente scolastica, ha scritto di saggistica, narrazione, poesia e teatro, affrontando problemi della comunicazione di massa e del virtuale e il rapporto tra letteratura e scienza.

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Un momento dello spettacolo

Come è nata l’idea dello spettacolo?
«La prima idea dello spettacolo è sorta nell’ambito di un gruppo di lavoro per potenziare la lettura nel nostro territorio montano, proposto dal presidente dell’Unione Montana Monti Azzurri Giampiero Feliciotti. Lo ringrazio per il suo costante impegno a favore del nostro territorio. Lo spettacolo, nel dettaglio, è stato perfezionato con l’amica attrice Viviana De Marco e con il musicista Fausto Palmieri. Subito dopo l’iniziativa è stata sviluppata con la collaborazione della cantautrice e musicista Frida Neri, che ha messo in musica e cantato alcuni miei scritti dedicati ai giovani. Il senso dello spettacolo può essere riassunto in una frase: “La parola e la musica per aiutare a ritrovare sé stessi e il senso della vita, devono divenire orizzonte dell’altro”».
Quali temi sono stati affrontati nello spettacolo?
«Ne cito due, i più attuali; il male e il bene, la violenza e l’amore, all’epoca di Dante Alighieri della Divina Commedia e nella società odierna. Temi che emergono evidenti nei canti dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso, sapientemente miscelati dall’attrice Viviana De Marco con alcuni scritti, in prosa e poesia, tratti dai miei volumi: “Le ceneri della Fenice” (Manni Editore, 2022, Introduzione di Renato Minore) e “Scala di luce” (Prometheus Editrice, 2023, Introduzione di Francesco Solitario). Il secondo tema, ha accennato alle problematiche legate ai giovani oggi, tra malinconia e coraggio, solitudine e amore. Il tema è stato affrontato con alcuni miei brani che Frida Neri, cantante e musicista, ha messo in musica e ha cantato nella seconda parte dello spettacolo».
foto_mario_lambertucci-2-1024x684Come è stato sentire le sue poesie accostate a quelle del sommo poeta?
«Sicuramente emozionante. Nella mia soggezione ho pensato che il sole illumina la terra, una torcia illumina un anfratto, ma sempre Luce è. Ho sempre ammirato Dante Alighieri per la poetica, l’innovazione, la cultura anche scientifica, l’intelligente connessione tra razionalità e trascendenza. Anche oggi è considerato il padre della lingua italiana. Negli anni svolti come dirigente scolastica, talvolta ho raccomandato ai professori e alle professoresse di Lingua italiana l’insegnamento di Dante e della Divina Commedia».
Quali suoi scritti sono stati esposti?
«Dopo aver recitato i canti dell’Inferno e dopo i canti del repertorio di Frida Neri, Viviana De Marco ha recitato, da Le ceneri della fenice, testi brevi raggruppati in quattro temi: guerra, violenza sulle donne, malinconia/solitudine, perdono. Dopo che Viviana De Marco ha analizzato dal canto 30 del Purgatorio, l’incontro di Dante con Beatrice, Frida Neri ha cantato Sopra le nuvole e Freccia Gialla, con testi scritti da me. Freccia Gialla ha ricevuto il primo premio nella sezione Canzone al Premio Internazionale Biennale We are the world terza edizione 2020.
Successivamente Viviana De Marco ha recitato alcuni testi tratti dal libro Scala di luce, così raggruppati: amore, luce, speranza, infinito».
foto_mario_lambertucci-1-1024x914Come è nata la passione per la scrittura e che ruolo occupa nella sua vita?
«La scrittura è nata con me ed è cresciuta con me. È una sorgente creativa che genera e rigenera “dentro”, accanto alla percezione soggettiva del “vissuto”, la ricerca del senso dell’esistere. È un modo di comunicare e condividere significati, di rappresentare le condizioni dell’essere e la tensione verso il “dover essere”. Tra le tante persone fonte di arricchimento nel mio percorso di ricerca mi limito a citare Carlo Bo, primo maestro, che mi ha insegnato i primi elementi del linguaggio poetico, incoraggiandomi a scrivere in poesia e il filosofo e critico letterario Francesco Solitario, che ha avuto fiducia in me».
Come si inserisce la poesia nella vita quotidiana può avere una funzione sociale? 
«Oggi in Italia pochi leggono poesia, molti, anche adolescenti e giovani, la producono. Alcuni osservano che sono poco chiari i criteri oggettivi per determinare la poesia “alta” e di qualità. Questo è un limite, che contribuisce a non far apprezzare la poesia.
Ho prodotto testi di saggistica, testi documentari, di teatro e in prosa. Posso dire che il linguaggio poetico di qualità è davvero il più complesso; in particolare è difficile riuscire ad esprimere concetti astratti e profondi con parole semplici. Solo i grandi come Giacomo Leopardi ci riescono: le sue poesie si propongono anche ai bambini della Scuola Primaria.
Come pedagogista credo nella funzione sociale della scrittura, in tutte le sue forme. I miei scritti, forse ancora di più le canzoni, si rivolgono ai giovani del futuro, proponendo un modello alternativo all’omologazione e alla riverenza nei confronti del più forte. Ѐ possibile educare e sollecitare la creatività della persona per costruire, attraverso l’arte, rappresentazioni e simboli al fine di una rigenerazione sociale e culturale».



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