Di fronte alla ferocia e ai crimini nazisti, nella Germania degli anni quaranta alcuni giovanissimi tedeschi ebbero il coraggio di ascoltare la voce della loro coscienza e di opporsi alla guerra, alla dittatura e al totalitarismo, pagando con la vita la loro resistenza. In vista del 25 Aprile, gli studenti e le studentesse delle classi terze della scuola secondaria Patrizi a Recanati sono venuti a conoscenza della storia di resistenza condotta in nome della libertà dagli studenti universitari del gruppo della Rosa Bianca.
A far conoscere i volti, i sorrisi, l’amicizia e la giovinezza dei componenti della Rosa Bianca è stato il giornalista scrittore Paolo Ghezzi, che nella mattinata di sabato ha incontrato in modalità online le classi. Lo scrittore, autore del libro La Rosa Bianca appena ripubblicato per le edizioni San Paolo, nei decenni scorsi ha conosciuto i familiari dei giovani della Rosa Bianca, ha parlato con i fratelli, con le sorelle, con i figli, i nipoti ed ha documentato la sua narrazione con fotografie di alcuni momenti spensierati delle vite dei protagonisti.
Ha raccontato la voglia di vivere e di lottare per una vita libera dall’odio dei fratelli Sophie e Hans Sholl, di Christoph Probst, di Alexander Schmorell e Willi Graf, tutti studenti di medicina poco più che ventenni, a cui si unì anche un professore di filosofia, Kurt Huber. Questi giovani avrebbero potuto girarsi dall’altra parte di fronte alle atrocità del loro tempo, poiché non appartenevano alle categorie perseguitate dal regime nazista, invece non l’hanno fatto. Mentre la maggioranza della popolazione marciava compatta ed obbediente dietro al Fuhrer, che la conduceva alla guerra e alla distruzione degli altri e di se stessi, essi non si sono adeguati e, traendo il coraggio dalla forza della loro amicizia, hanno affidato la lotta e la resistenza alle parole. Hanno confezionando e disseminando volantini contro il regime di cui denunciavano la brutalità. Dopo quattro giorni dal volantinaggio sono stati tutti giustiziati con la ghigliottina per tradimento della patria. Gli studenti e le studentesse recanatesi, che, dalle postazioni delle loro aule hanno gestito in autonomia l’incontro, hanno accolto con intensa partecipazione le storie dei sei giovani, porte loro con garbo e passione dal bravissimo Paolo Ghezzi.
Questi giovani Tedeschi sono dei Santi, coraggiosi e coerenti con la loro umanità e il loro senso di Umanità. E’ facile mettere una bomba in via Rasella e fuggire, rimanendo immobili mentre i nazisti uccidevano per rappresaglia ebrei e persone che non c’entravano.
Tra i Santi voglio ricordare, come faccio spesso, il capo partigiano Decio Filipponi per essersi consegnato ai tedeschi per salvare gli ostaggi che stavano per essere fucilati in una frazione sopra Sarnano, a seguito di un’azione militare partigiana, durante la quale morirono alcuni soldati tedeschi. Decio non accettò di rimanere impassibile di fronte a questa ingiustizia e preferì la morte al sacrificio di sarnanesi innocenti.