Pueri Cantores e Sferisterio amici da decenni
«Salire su quel palco vanto e orgoglio
ma a mezzanotte “perdiamo le scarpette”»

Pueri Cantores e Sferisterio amici da decenni
«Salire su quel palco vanto e orgoglio
ma a mezzanotte “perdiamo le scarpette”»

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MACERATA OPERA FESTIVAL – Il coro delle voci bianche in scena per Tosca e Pagliacci (domani sera l’ultima replica). Il maestro Gianluca Paolucci racconta come prepara i suoi allievi e allieve e svela cosa succede subito dopo le 24. GUARDA LE VIDEO INTERVISTE

Qui sopra il video con le interviste ai Pueri Cantores (montaggio di Andrea Petinari)

di Alessandra Pierini

L’amicizia tra Macerata Opera Festival e Pueri Cantores è forte e di lunghissima data. E’ iniziata infatti con la Carmen del 1968, la seconda dopo la ripresa delle stagioni liriche allo Sferisterio. E quest’anno le voci bianche di Macerata sono state protagoniste in Tosca e lo saranno ancora una volta domani sera per l’ultima replica di Pagliacci che li vede in scena per gran parte dell’opera. Ma come Cenerentola, mai oltre la mezzanotte come previsto dalla ferrea legge che vieta ai minori di esibirsi in qualsiasi palco allo scoccare delle 24.
A guidare il coro dal 1988 è il maestro Gianluca Paolucci, doppio diploma in conservatorio e laurea in Giurisprudenza, lavora come avvocato e guida i Pueri Cantores.

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I Pueri Cantores col maestro Paolucci sul palco al termine di Tosca

Maestro Paolucci, come è nato il suo rapporto con il coro dei Pueri Cantores “Zamberletti”?

«Ero un piccolo cantore nel 1973 quando lo dirigeva don Fernando Morresi. da lì è nata la passione per la musica e la voglia di studiarla. Quando il maestro è venuto a mancare, io ero quello più avanti negli studi e avevo già collaborato con lui, per cui c’è stato un passaggio di testimone traumatico per il lutto ma abbastanza naturale».

Com’è lavorare coi bambini e con le bambine?
«I componenti e le componenti del coro cambiano molto rapidamente. E’ vero che arrivano anche molto piccoli, a 4 o 5 anni e quindi hanno diversi anni prima di uscire dalla voce bianca e riescono a maturare esperienza, ma il ricambio è abbastanza veloce. Ad esempio avevamo partecipato a Pagliacci nel 2015. Quelli che nel 2015 erano piccolissimi, oggi sono ancora presenti ma nel frattempo sono arrivati tanti nuovi cantori che non hanno nessuna esperienza. L’affiancamento ai più grandi fa la differenza».

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In scena nell’opera Pagliacci

Cosa vuol dire per i Pueri cantare allo Sferisterio?
«Cantare in teatro è tutta un’altra cosa è molto più semplice rispetto allo Sferisterio. Cantare in Arena è impegnativo ma i ragazzi e le ragazze sono molto fieri di farlo. Per loro è un titolo di vanto partecipare a questa o quella stagione lirica. Pagliacci di quest’anno ad esempio per loro è molto impegnativo, fanno più di quello che serve, sono stati contenti  e riescono bene».

Per sapere direttamente dalle foto dei pueri Cantores maceratesi cosa si prova ad esibirsi allo Sferisterio e come è nata la loro esperienza, guardate il video.
Scoprirete che molti di loro sono figli d’arte e che dal coro hanno maturato una grande passione per la musica.

(Foto Sferisterio/ Luna Simoncini)

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Alessandra Pierini
Scritto da

mamma di Riccardo ed Angelo e esperta di parole. La sua penna è una bacchetta magica, per questo il suo soprannome è “Stilo”. Trasforma l’attualità di Macerata e provincia in articoli e racconti avvincenti.



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