di Paola Nicolini*
Care bambine e cari bambini,
avete certamente sentito qualche parola, colto qualche pezzo di racconto di fatti avvenuti sulle strade che percorrete, che riguardano persone che forse conoscete, che hanno colpito famiglie che frequentate e le vostre stesse comunità di appartenenza.
Queste narrazioni inevitabilmente provocano paura, sfiducia, risentimento, soprattutto perché il più delle volte si tratta di piccole parti di discussioni che impegnano i grandi, di un commento sentito alla TV, di qualche parola che spunta da un giornale.
La prima cosa da sapere è che queste reazioni emotive sono normali e sono utili a segnalare che abbiamo bisogno di rifletterci su. In questi momenti poi, la cosa da fare, come in altre occasioni abbiamo già detto, è rivolgersi a quelle persone che sono più vicine a voi, e chiedere di essere ascoltati.
Sta a noi adulti, infatti, prendere il tempo e la responsabilità di esservi accanto, per dirvi che purtroppo gli esseri umani possono anche compiere anche azioni cattive e adottare comportamenti negativi, che provocano danni, che procurano dolore, che mortificano altre persone o distruggono cose. Questi fatti sono così orribili da attrarre l’attenzione, per questo i telegiornali ne parlano, i grandi ne discutono, i giornali li riportano nei titoli. Questo non significa però che gli esseri umani siano tutti cattivi e malintenzionati, anzi la gran parte delle persone si comporta in modo onesto e attento, moltissimi si impegnano nella cura degli altri e delle altre, tantissimi si dedicano al volontariato e scelgono di destinare energie alla protezione della vita.
Si possono cercare insieme gli esempi quotidiani, che sono così normali da non dover finire nei giornali, ma proprio per questo diffusi tutto intorno a noi: l’insegnante che si prodiga perché bambini e bambine conoscano tante cose, gli infermieri e le infermiere che insieme ai medici si adoperano per i malati e le malate, gli scrittori che con la loro fantasia permettono di visitare mondi che non esistono, gli operatori che spazzano le nostre strade, i meccanici che riparano le auto, i vigili che dirigono il traffico, le pasticcere che preparano prelibatezze, il contadino che coltiva le verdure, la veterinaria che fa nascere i cuccioli. Si può giocare a chi trova più esempi, perché sicuramente ne conoscete una gran quantità, e nel frattempo riportare in positivo il bilancio, ma soprattutto ristabilire la connessione alla vita e alla vita buona, attraverso la vicinanza affettuosa e dedicata.
Prendersi cura di voi piccoli e piccole, in momenti difficili, è di sostegno anche a noi adulti, a trovare le parole per mettere in fila, dare un nome e una collocazione anche alle nostre, di emozioni, riconnettendoci alla vita e alla vita buona.
*Paola Nicolini, psicologa dello sviluppo e dell’educazione. Dipartimento studi umanistici, Università di Macerata