di Pietro Sadori*
Chi non si commuove nel rimettere piede in un luogo, anzi nel cuore di un paese ferito dal sisma, nel ritornare là dove la vita di una comunità si svolgeva da centinaia di anni. A più di 300 persone è stata data la grande opportunità di poter tornare a posare gli occhi su bellezze artistiche e architettoniche uniche che sono state celate per sei lunghi anni.
Nello scorso fine settimana numerosissime persone hanno potuto vivere un esperienza speciale legata al sisma. Infatti grazie al progetto cantieri aperti si è potuto ricamminare dopo ben sei anni nella via principale del centro storico di Visso (MC) e accedere all’antica piazza della città . Il pubblico una volta arrivato a Visso ha dovuto dare il proprio nome e cognome per motivi di sicurezza e poi ha potuto accedere al centro storico intorno alle 11 passando sotto la storica porta Santa Maria. Al di sotto di essa era stata allestita una galleria di sicurezza con all’interno una piccola mostra con immagini e testimonianze circa il sito del sisma. All’uscita della galleria degli operatori hanno verificato le prenotazioni del pubblico e fornito a tutti degli elmetti antinfortunistici. Fatto ciò si è potuto accedere al centro storico vissano rimanendo però all’interno di zone già delimitate dagli organizzatori.
Inoltre sia la mattina che il pomeriggio si sono svolti due laboratori per cui era richiesta la prenotazione. Nel primo, Voci di Cantiere, i progettisti ArchLiving hanno spiegato la situazione della Collegiata S. Maria e del Palazzo dei Priori e il processo di restauro. Il giro è iniziato dalla galleria sotto porta santa Maria, ha attraversato la piazza Martiri Vissani, ed è entrato nella Collegiata dove il pubblico al di sotto di una impalcatura di sicurezza ha potuto osservare il cantiere spiegato dagli operatori. «Finalmente la fase preliminare è finita- ha comunicato uno degli operatori -salvo burocrazia l’inizio della fase di restauro è prevista per marzo 2023».
I visitatori sono stati poi guidati dagli associati del Torneo delle Guaite, vestiti appositamente con abiti tipici di Visso medievale, come arcieri, dame e damigelle, verso l’antico palazzo dei Priori. Infatti Visso in epoca medievale era un importante centro e luogo strategico riparato da torri e mura difese da ottimi arcieri.
L’edificio purtroppo si è potuto vedere solo dall’esterno per motivi di sicurezza. Dell’ex palazzo comunale del 1250 ne ha parlato l’architetta Ilaria Manetta presentando al pubblico la propria tesi di laurea costruita proprio sullo studio del cantiere del palazzo con Gaetano Pacinella. I due colleghi per la tesi hanno creato un modello tridimensionale dell’edificio grazie ad un laser scanner e alle foto scattate con un drone. Grazie a questo modello hanno potuto studiare la fessurazione e il ribaltamento della muratura per poi proporre un esempio di come potrebbe essere restaurato il palazzo.
Il secondo laboratorio è stato chiamato Mani in Arte e come si può intendere dal nome riguardava più l’aspetto artistico che architettonico dei cantieri. Si è svolto al di sotto della galleria all’ingresso del centro storico dove la restauratrice Aspasia Formichetti dell’Istituto Centrale del Restauro ha presentato a grandi e piccoli con esempi pratici ed interattivi le diverse tecniche di salvataggio di un opera fissa e mobile e le fasi di restauro di una suddetta opera. «Le opere d’arte come tutto il frutto dell’ingegno umano- ha spiegato -è destinato a rovinarsi nel tempo, e il ruolo del restauratore è quello di intervenire per rimediare nel migliore dei modi».
*Pietro Sadori, studente del liceo classico “Leopardi” di Recanati. Articolo realizzato nell’ambito del Pcto (Ex alternanza scuola lavoro)