“Il corpo del diritto” è il titolo scelto per la lectio concertante giuridico-musicale e lectio annualis che si è svolta nei giorni scorsi nell’Aula magna dell’Ite Alberico Gentili di Macerata.
«L’idea di ripartire – si legge in una nota – dopo oltre due anni di pandemia, ponendo al centro il tema del “corpo”, significa scegliere di ripartire dai diritti della persona, dal rispetto della sua dignità, individuale e oggi anche collettiva. Mutuando dai penalisti l’idea del “corpo del delitto” il titolo dell’evento “Il corpo del diritto” vuole porre l’accento sui pericoli per lo stato di diritto e la pacifica convivenza degli individui e dei popoli che il nuovo secolo porta con sé. Dal tradizionale tema della “crisi della democrazia” si passa a quello più attuale delle “democrazie nelle crisi”: terrorismo internazionale, crisi finanziarie, emergenze naturali, crisi sanitarie e ora anche il ritorno della guerra. Che “la guerra… sia cosa da belve e dalle belve trae il suo nome” lo scriveva il giurista di diritto internazionale Alberico Gentili, cui è intitolato l’ITE, nella Sua opera “De jure belli” nel 1598».
La sua figura e i suoi scritti sono stati ricordati dal professor Matteo Polci e alcuni brani concernenti la guerra sono stati letti dagli studenti e dalle studentesse. «Le guerre portano con sé anche la fuga della popolazione – prosegue la nota – costretta a fuggire dalle sue minacce. L’esilio forzato di chi è costretto a lasciare le proprie case, terre, affetti e con esse i ricordi più cari è stato ritrovato nelle composizioni di Chopin. La ballata n. 2 in Fa maggiore op.38, interpretata dalla dirigente scolastica Roberta Ciampechini, ci riporta all’esperienza vissuta a suo tempo dal compositore polacco costretto a fuggire dalla Polonia, invasa dai russi. La musica diventa racconto e il racconto la personificazione della profonda e travagliata sensibilità dell’uomo e dell’artista. La patria, così come tutte le cose perse, rimane per sempre viva e presente attraverso l’arte e il ricordo».
«La musica non offende mai a differenza delle parole, creando emozioni e sentimenti non negativi» ha sottolineato il professor Mario Morbiducci, il quale nel suo intervento analizza l’impatto delle norme sovranazionali sul diritto interno con particolare attenzione alla tutela multilivello dei diritti fondamentali, a quella progressiva integrazione tra paesi, cittadini e istituzioni, a quel crescente dialogo tra Carte e Corti per l’affermarsi di uno stato di diritto che sappia andare anche oltre i confini nazionali. Viene indagato quel delicato rapporto tra Corte costituzionale e Corte di giustizia Ue per il diritto eurounitario, così come tra Corte Costituzionale e Corte Edu nell’applicazione della Cedu. Così come delicato appare il rapporto sui “controlimiti” all’ingresso della normativa esterna nel nostro paese, compatibilità da verificare attraverso l’intervento delle Corti nazionali o come recentemente afferma la Corte di Giustizia comunitarizzata, dopo l’adozione della Carta di Nizza. La pace e la giustizia tra le nazioni e i popoli passano anche attraverso questa lenta integrazione dal basso tra ordinamenti giuridici.
L’energia e la speranza nelle giovani generazioni ha chiuso la lectio concertante con l’esibizione sul palco della ginnasta Elena Ciccarelli, studentessa della classe 3 A dell’Istituto che riporta al centro il tema del “corpo” e della bellezza dei suoi movimenti. Cui segue la lectio annualis del professor Giancarlo Caporali, docente di diritto pubblico del Dipartimento di Economia e Diritto di Unimc, volta a riscoprire alcuni passaggi poco indagati del Trattato di pace di Parigi, sottoscritto dall’Italia alla fine della seconda guerra mondiale e del successivo Trattato istitutivo della Nato. Dall’evento organizzato si può trarre un auspicio “potranno mai la gioia, la pace e la giustizia rappresentare un ideale che consegni la guerra ai libri di storia?”