«La difficile amicizia
tra due liceali tedeschi nel 1932
ha parlato alle nostre coscienze»

«La difficile amicizia
tra due liceali tedeschi nel 1932
ha parlato alle nostre coscienze»

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MACERATA – Federico Mazzè e Pietro Tomassoni, studenti della classe 3E della scuola “Dante Alighieri” raccontano le emozioni suscitate dalla lettura online di Simone Maretti in occasione della Giornata della Memoria

 

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Simone Maretti

di Federico Mazzè e Pietro Tomassoni*

27 gennaio: una giornata in ricordo delle vittime dell’Olocausto. Un giorno simbolico che ricorda l’ingresso dell’Armata Rossa ad Auschwitz e la scoperta dell’orrore, ma che sicuramente deve farci riflettere su altri “Olocausti”, in altri tempi e altri luoghi. Forse è anche questo il senso della giornata: informarsi, ragionare e confrontare. La nostra scuola, la “Dante Alighieri” ha scelto di aderire all’iniziativa promossa dall’Istituto Storico di Macerata in collaborazione con la Rete delle biblioteche di Macerata ed il Comune e, questa mattina alle 11, si è collegata sulla piattaforma Meet di G-Suite con la biblioteca Mozzi- Borgetti, dove il narratore Simone Maretti ha raccontato, come solo lui sa fare, la vicenda di Hans e Konradin, protagonisti del libro “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman.

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E’ stato commovente ripercorrere la storia di questi due liceali sedicenni, diversi per religione, estrazione sociale, storia familiare, eppure all’inizio così vicini negli intenti, nei sentimenti. Nella Stoccarda di Hitler, Hans Schwarz, ebreo di famiglia borghese, e Konradin von Hohenfels, tedesco di origini nobili, frequentano il Karl Alexander Gymnasium…. E’ un’amicizia forte che supera pregiudizi ed ostacoli, che cresce al riparo da tutti, solida per il legame che nasce dalla condivisione quotidiana di interessi e pensieri. Poi gli eventi storici, il richiamo di un passato glorioso da una parte e il pericolo della deportazione dall’altra sembrano allontanare per sempre i due amici. Hans cerca la libertà in America, mentre Konradin addirittura abbraccia le idee di Hitler e combatte nelle fila dell’esercito nazionalsocialista. A Boston Hans finisce il Liceo, si laurea in Giurisprudenza, si sposa ed ha un figlio. Non rivedrà più i suoi amati genitori, non tornerà mai in Germania, anzi proverà diffidenza e rifiuto verso tutto ciò che è tedesco, anche la lingua, perché le sue ferite bruciano ancora. Konradin intanto combatte in Francia, a Creta, in Italia ed infine a Stalingrado, e soltanto pochi mesi prima dell’inizio della terribile “soluzione finale”, capisce la gravità del suo errore e l’orrore dei crimini del nazismo. Perciò decide di partecipare al tentativo di sopprimere il mostro. Particolarmente commovente il finale, quando Hans riceve una lettera con la richiesta di versare dei soldi per contribuire alla costruzione di un monumento in memoria degli ex-alunni del liceo Karl Alexander di Stoccarda, caduti nella Seconda guerra mondiale. Leggendo i nomi nell’elenco, trova quello di Konradin von Hohenfels che era stato giustiziato perché coinvolto nell’attentato contro Hitler. Ecco spiegato il titolo del libro: Hans recupera il ricordo di un’amicizia profonda, che pensava svanita, ed il sentimento sincero verso un amico perduto e poi ritrovato.
Questo incontro, seppur da remoto, è stato per noi ragazzi e ragazze molto importante e ci ha coinvolto emotivamente. Tutti conosciamo questo periodo della storia in maniera generale, perché la studiamo a scuola, la ricordiamo ogni anno, ma è stato significativo ed interessante conoscere una vicenda storica, un fatto come tanti vissuti in quel periodo, ma con nomi e cognomi, con volti riconoscibili. Due adolescenti tedeschi vivono un’amicizia difficile, e così quella che poteva essere una relazione spontanea e normale diventa addirittura impossibile. Qualsiasi normalità può diventare inaccessibile… Alla fine eravamo tutti in silenzio, quasi paralizzati dinanzi ad un racconto che parla sì di un’amicizia del 1932, ma che in realtà parla alle nostre coscienze e ci fa capire il valore della libertà e l’importanza della scelta: alla fine anche Konradin ha avuto il coraggio di scegliere da che parte stare!

*Federico Mazzè e Pietro Tomassoni, classe 3E , scuola “Dante Alighieri” di Macerata

 



1 commento

  1. Scegliere da che parte stare significa soprattutto guardarsi da chi con proclami e diffondendo odio ti invita a portare il tuo cervello all’ammasso . Questo devono insegnare nelle scuole qualora ci si renda conto se si è veramente liberi dai condizionamenti dei proclami e dalla propaganda .

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