«È stato un interessante, esauriente e stimolante incontro quello tra il noto e stimato architetto nonché assessore all’urbanistica del Comune di Macerata, Silvano Iommi e la classe 5°D del liceo scientifico Galileo Galilei di Macerata». E’ quanto si legge in una nota dell’istituto che ripercorre i momenti salienti dell’iniziativa. Durante la lezione di storia dell’arte della professoressa Isabella Crucianelli, è intervenuto l’architetto facendo un excursus storico dal titolo “Dall’acropoli picena al palazzo degli studi del Bazzani”, coinvolgendo gli studenti, le studentesse, la stessa professoressa Crucianelli e la dirigente scolastica, la professoressa Roberta Ciampechini.
L’ epicentro dell’esposizione del professor Iommi è stato il paesaggio, raccontato come mix di elementi caratteristici di una zona, tutelato dalla Repubblica italiana secondo quanto affermato nell’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica […] tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
L’assessore ha esordito dicendo che «comprendere il paesaggio, significa comprendere la storia», sostenendo la tesi secondo cui l’acropoli picena e il palazzo del Bazzani, corrispondono allo stesso sito nel centro storico maceratese, quale luogo più alto delle colline che ci circondano, secondo un punto di vista prettamente geografico e morfologico.
La lezione si è articolata in una relazione chiara e sintetica, ma estremamente efficace e proficua, riguardo lo sviluppo storico del territorio maceratese: a partire dalla popolazione italica-preromana dei Piceni, all’insediamento romano nei pressi di “Ricina”, l’attuale Helvia Recina, per proseguire con il periodo alto-medievale (VIII sec d.C. ca), quando Macerata, in seguito al fenomeno dell’incastellamento, si vede divisa nel dominio del Principe di Fermo (Poggio San Giuliano) e del Ducato di Camerino (Castrum Maceratae), uniti nel 1138 circa; concludendo, infine, dopo la demolizione della maestosa Chiesa di San Francesco e del convento quadriportico, con la costruzione del Palazzo degli Studi in Piazza Cesare Battisti, quale macro-struttura polifunzionale (Cinema Italia, negozi, diurno), elemento valoriale dell’urbanistica della città nei primi anni del 1900.
Per terminare il discorso sulla mutevolezza del paesaggio, inteso come teatro di eventi storico-culturali, in cui l’umanità ha lasciato l’impronta del suo fuggevole passaggio in ogni periodo, il professore, riprendendo l’articolo della Costituzione sopracitato, ha affrontato il tema della bellezza. Quest’ultima deve essere tutelata, custodita, salvaguardata, nonostante non sia qualcosa di materico, quindi difficile da governare e da rendere funzionale, a differenza delle civiltà antiche in cui “fare bene”, presupponeva produrre il bello. «L’Italia è come una mensola, incastonata tra le Alpi, adagiata sul mare, con sopra esposto ciò che oggi viene stimato come l’80% del patrimonio artistico del pianeta». La lezione è stata conclusa con un’altra massima di Iommi: «L’arte, per l’Italia, è come il petrolio».