La Divina Commedia in musical
«Il lockdown il nostro Inferno
e ora viviamo nel Purgatorio»

La Divina Commedia in musical
«Il lockdown il nostro Inferno
e ora viviamo nel Purgatorio»

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VOCI DAL TEATRO – La recensione di Leonardo Cruciani e Francesco Feliziani che hanno assistito allo spettacolo al teatro Nicola Vacca. Sono stati intervistati il regista-attore Andrea Ortis ed il protagonista dell’opera, Antonello Angiolillo

La-Divina-Commedia-redazione

Andrea Ortis ed Antonello Angiolillo con gli studenti e le studentesse del progetto “Voci dal teatro”

di Leonardo Cruciani e Francesco Feliziani

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”

La Divina Commedia torna a vivere al Vaccaj a Tolentino, in un vero e proprio kolossal che racconta la bellezza della poesia di Dante attraverso la musica, la danza e la luce.
Dante (interpretato da Antonello Angiolillo) smarrito nella selva oscura viene salvato dal suo mentore Virgilio (Andrea Ortis), che lo guiderà nell’Inferno e nel Purgatorio. Il sommo poeta concluderà il suo viaggio in Paradiso, accompagnato da Beatrice (Myriam Somma) che lo eleva all’amore. Durante il cammino incontriamo i personaggi più rilevanti dell’opera: Francesca, Ulisse, il Conte Ugolino, Pier Delle Vigne, Catone, Pia de’ Tolomei interpretati abilmente da Noemi Smorra, Angelo Minoli, Antonio Sorrentino, Mariacarmen Iafigliola, Antonio Melissa e Brian Boccuni. Numerosa anche la troupe di ballerini, di grande esperienza ed abilità, che delizia gli spettatori con coreografie dirette da Massimiliano Volpini, unite alla musica di Marco Frisina. Il tutto è condito da una meravigliosa scenografia, affiancata da un esclusivo gioco di luci, che fa immergere il pubblico sempre di più nella storia.
La Compagnia, dopo il lockdown, ha voluto riaffermare il suo concetto di teatro come momento di incontro e di istruzione, dedicato soprattutto ai giovani. Infatti, gli studenti e le studentesse del triennio del liceo classico e scientifico dell’IIS Filelfo Tolentino sono stati resi partecipi all’iniziativa culturale e l’affetto dei ragazzi e delle ragazze si è fatto sentire con un’ovazione finale.
Il regista, Andrea Ortis, ci fa capire che La Divina Commedia è un’opera viva, attuale; dunque, dobbiamo prendere spunto dal passato di Dante, riflettere sulle nostre debolezze e ritrovare la nostra libertà, proprio come fece il Sommo Poeta.
Possiamo azzardare nel dire che, allo stesso modo di Dante, ci siamo ritrovati “nell’Inferno” durante il periodo del lockdown, e che tuttora stiamo affrontando un “Purgatorio”, proprio come viene descritto nella Commedia, un periodo di evoluzione, che è una metaforica scalata alla libertà del “Paradiso”.
Noi studenti e studentesse del progetto “Voci dal teatro” abbiamo intervistato il  regista-attore Andrea Ortis e al protagonista dell’opera, Antonello Angiolillo.

Come avete vissuto il periodo del lockdown voi attori?
«Nel nostro mondo ci sono categorie e categorie. Indubbiamente la categoria dei danzatori, che ha 10-12 anni di carriera, perdendo 2 anni di vita è stata colpita duramente. Posso assicurare che la ferita è profondissima, e quando capitano cose del genere scopri quante persone ti amano e quante non ti pensano. Nonostante ciò, il covid ha messo in risalto mancanze gravi; chissà se si potrà riuscire a riunirsi più di prima, e di questo ce n’è bisogno. Dal Covid si può anche imparare tanto».

Abbiamo capito che la letteratura insegna a vivere, secondo lei perché tante persone non spronano alla lettura di questi classici, in particolar modo della Divina Commedia?
«Molto dipende dagli insegnanti, il mio professore di letteratura mi ha fatto amare la Divina Commedia, senza di lui non avrei fatto Dante. Ovviamente la responsabilità non è solo dei docenti. Se la scuola capisse di più che c’è bisogno del teatro e che può essere un mezzo per incrementare la didattica, allora il teatro sarebbe uno strumento utilissimo, come lo è da 3000 anni. Tutto, infatti, dipende dal modo con cui viene presentato Dante, che non è il solito tipo noioso e perennemente arrabbiato, ma è un uomo vivace, capace, ad esempio, di rallegrare la vita anche nella taverna».

Un viaggio incredibile, dunque, quello di Dante, iniziato settecento anni fa.
Un viaggio che, ancora oggi, grazie alla Divina Commedia Opera Musical, ci conduce dall’oscurità fino alla luce, rendendoci tutti protagonisti.

IL PROGETTO “VOCI DAL TEATRO” –  Ormai da diversi anni l’IIS Filelfo di Tolentino in collaborazione con Compagnia della Rancia e Cronache Maceratesi Junior porta avanti il progetto “Voci dal teatro”, volto alla sensibilizzazione del linguaggio teatrale da un lato e alla valorizzazione delle eccellenze dall’altro. In particolare una redazione scelta, composta da cinque studenti e studentesse del liceo classico e scientifico, partecipa agli spettacoli della stagione del Teatro Vaccaj di Tolentino in posti riservati, e scrive una breve recensione, arricchita spesso da interviste agli attori. Quest’anno con la riapertura dei teatri è ripartito anche il progetto che vede coinvolti Francesca Feliziani e Sofia Lacava del III A liceo scientifico, Leonardo Cruciani, Eva Diomedi e Francesco Feliziani del III A classico, sotto la guida e la supervisione delle docenti referenti del progetto, Cristina Lembo e Sandra Cola.

DANTE-E-VIRGILIO

Dante e Virgilio (Angiolillo e Ortis)

caronte

Una scena in cui compare Caronte

 



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