L’istituto Agrario “G. Garibaldi” di Macerata, diretto dalla professoressa Antonella Angerilli, ha partecipato all’evento Siamo sulla stessa barca, svoltosi a Lampedusa nei giorni scorsi, in occasione dell’ottava Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato 3 Ottobre, dal Ministero dell’Interno e da quello della Pubblica Istruzione, allo scopo di promuovere nelle giovani generazioni europee occasioni di apprendimento nella prospettiva dell’educazione interculturale, per favorire una cultura dell’accoglienza e della solidarietà al fine di contrastare intolleranza, razzismo e discriminazione e promuovere processi d’inclusione e inserimento sociale dei migranti.
La delegazione, composta dalle insegnanti Grazia Di Petta e Valentina Francalancia, dalle studentesse recanatesi Miriam Cardinali e Anita Carella, ha presentato i risultati di un lavoro didattico svolto nel corso di due anni scolastici all’interno di un network di scuole italiane ed europee, per la condivisione di buone pratiche, informazioni, idee e strumenti pedagogici, per un confronto e un approfondimento sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione. All’evento Siamo sulla stessa barca hanno preso parte 50 scuole italiane e delegazioni di studenti provenienti da 22 Paesi esteri, ragazzi e ragazze che hanno partecipato a laboratori tenuti da più enti e organismi, come Amnesty International, Medici senza frontiere, Guardia Costiera, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Rete per la riforma della cittadinanza, UNHCR, Unicef e Save the Children, Refugees Welcome, Legambiente. Numerose sono state le storie raccontate alle quali gli studenti hanno posto attenzione e mostrato sensibilità di ascolto. La mattina del 3 ottobre, nell’ora del catastrofico naufragio del 2013 in cui morirono 368 persone, alle 3.30, si è svolto un momento di riflessione in cui le donne superstiti hanno mostrato una coperta tessuta in onore delle vittime. Successivamente la cerimonia alla Porta d’Europa ha siglato la conclusione dell’evento. La proposta, sulla quale si è ampiamente dibattuto anche con i rappresentanti del Parlamento Europeo presenti a Lampedusa, è stata la richiesta di apertura di corridoi umanitari come sistemi di ingresso legali e sicuri per porre fine alla violazione dei diritti umani e delle morti in mare.