Vittima di bullismo a 16 anni,
si rifugia nella scrittura
«Davanti al pc sono padrona degli eventi»

Vittima di bullismo a 16 anni,
si rifugia nella scrittura
«Davanti al pc sono padrona degli eventi»

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APIRO- Miriam Ragni ha pubblicato “Cose che non ti aspetti” dove suggerisce la sua ricetta per la felicità: guardare il mondo con gli occhi di un bambino

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Miriam Ragni

di Elisabetta Brasca

Miriam Ragni, è una studentessa di Scienze Pedagogiche dell’Università di Macerata, ha 23 anni, di origine abruzzese ma residente ad Apiro, ed è la scrittrice del libro “Cose che non ti aspetti”, pubblicato nel 2016.

Come mai hai deciso di scrivere un libro all’età di 16 anni?

«All’epoca frequentavo le superiori e  sono stata vittima di bullismo, è stato parte della mia adolescenza. Ero presa di mira da alcuni miei compagni di scuola perché ero diversa, non mi omologavo alle tendenze del momento. Purtroppo però quando qualcuno va contro corrente, c’è sempre il rischio che gli altri lo vedano debole e quindi nel mio caso mi prendevano in giro, mi isolavano e mi reputavano strana. Questi ex compagni avevano assorbito la mia vitalità e tutti i giorni tornavo da scuola e piangevo, mi mettevo poi davanti al computer e appena inizio a scrivere mi sentivo meglio perché ero padrona di quel che succedeva ai personaggi della storia, ero io a scegliere come le cose sarebbero andate, diversamente da quello che mi stava accadendo all’interno della scuola, dove ero continuamente vessata».

Di cosa tratta il suo libro?

«Il libro racconta essenzialmente la storia adolescenziale di una ragazza che è indecisa tra due ragazzi che le piacciono molto ma il tema che affronta e che si ritrova in ogni scelta della protagonista è la ricerca della felicità. Questa ragazza non crede alla felicità ma attraverso l’incontro e la profonda conoscenza con i suoi due pretendenti, riesce a trovarla. Il messaggio quindi che ho voluto far emergere è che la felicità fa fede alla poetica del fanciullino di Giovanni Pascoli, cioè all’esigenza di guardare il mondo con gli occhi di un bambino che si stupisce e meraviglia per qualsiasi cosa, questa è la felicità a cui mi sono ispirata».

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“Cose che non ti aspetti” di Miriam Ragni

Si ritrova in qualche personaggio del libro?

«Sì, in Astrid, la protagonista perché è molto sognatrice e anche io a 16 anni sognavo l’amore ma come Astrid non sapevo bene cosa fosse la felicità».

Ci sarà un prossimo libro?

«Sì, però non prima di questa estate. Io l’ho definito simpaticamente “un manuale di sopravvivenza” sui tipi di partner da evitare. Fondamentale è poi il fatto che non bisogna cercare l’amore disperatamente, non bisogna essere obbligatoriamente impegnati. Quindi in questo libro propongo di amare prima noi stessi e poi gli altri, perché a mio avviso non si riesce ad amare quando non ci si sente in forma con sé. Una volta assodato a stare bene da soli, si è pronti poi per la ricerca del principe azzurro».

Vede nella scrittura più un hobby o una professione?

«Io sono una studentessa di Scienze Pedagogiche dell’università di Macerata, per cui nel mio futuro mi vedo come professoressa di italiano, di pedagogia o di psicologia. La scrittura mi è sempre piaciuta ed è una mia grande passione però lo vedo più come un hobby che come una professione. Quel che è certo è che continuerò a scrivere perché la scrittura in passato mi ha permesso di stare meglio».

 



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