Tre mesi al maxi orale di maturità
«Almeno potremo preparaci bene»
«Quanto ci voleva a organizzare uno scritto?»

Tre mesi al maxi orale di maturità
«Almeno potremo preparaci bene»
«Quanto ci voleva a organizzare uno scritto?»

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MACERATA – Cosa cambia e cosa resta uguale all’anno scorso, ma soprattutto, cosa ne pensano i diretti interessati? Voci discordanti tra maturandi e maturande della provincia

 

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di Carlotta Luchetti*

Concludere il percorso alla scuola superiore, oltre che essere un grande rito di passaggio, può essere anche causa di molte ansie e paranoie per ogni studente e studentessa. I ragazzi e le ragazze delle classi quinte sono ormai in dirittura d’arrivo, mancano infatti pochi mesi per l’ esame, che come l’ anno scorso, verrà svolto senza prove scritte ma un colloquio di circa un’ora articolato in quattro fasi che inizierà con la presentazione di un elaborato redatto dallo studente su un argomento concordato con i docenti. Questo elaborato dovrà partire da un concetto (principalmente caratteristico dell’ indirizzo) che dovrà andare poi a legarsi a più materie possibili; per il resto, la gestione dell’ orale rimarrà la stessa dell’ anno precedente.

Cosa ne pensano gli studenti e  le studentesse di Macerata questa nuova gestione?
La maggioranza dei maturandi preferisce questa nuova modalità, ritenuta più pratica per lo studio e che riesce ad assecondare le passioni di ogni singolo soggetto.

Alessandro Stagnaro, studente del quinto anno del liceo scientifico Galilei, la pensa così: «Me lo aspettavo visto l’andamento dei contagi, sono fiducioso perché si reintroduce un elaborato ad opera dello studente che permette di aggiungere del proprio all’esame, e trovo che la forma orale, a parte alcune eccezioni, sia decisamente migliore e permetta di mostrare la capacità dello studente di spostarsi tra una materia e l’altra con naturalezza e coerenza».

Giulia Carota

Giulia Carota

Secondo molti, a causa della Dad, la parte scritta è stata insufficientemente praticata per poter sostenere una prova finale scritta.  «Non potevamo prepararci così bene ad uno scritto considerando lo svantaggio che abbiamo rispetto ai maturandi degli anni passati, che hanno potuto approfondire tutto equilibratamente in presenza a scuola» dice Giulia Carota, del liceo delle scienze umane Ricci.

C’è  invece chi pensa che quest’ anno avrebbero potuto organizzarsi meglio, come Alessandro Iualè, del liceo artistico Cantalamessa che afferma: «Considerato il tempo che hanno avuto, avrebbero benissimo potuto organizzare una parte scritta». Come lui,  altri ragazzi sono del parere che l’eliminazione dello scritto penalizzi chi non si trova bene con le esposizioni orali, e che quindi questo tipo di esame non sia equilibrato.

Alessandro Iualè

Alessandro Iualè

Nonostante la diversa gestione però, le paure restano le stesse, cioè quali possano essere le domande, se si sarà abbastanza preparati, se l’ argomento trattato possa comprendere un numero sufficiente di materie, come fare i vari collegamenti, quale sarà l’ atteggiamento dei professori, il proprio atteggiamento di fronte alla commissione.

Gli studenti e le studentesse dallo scorso anno stanno cambiando la storia della didattica italiana, sia per la modalità di esame, ma anche per lo svolgimento delle lezioni. Questo modo di esaminare e studiare, infatti, non ha creato scalpore solo tra gli studenti, ma anche tra chi fa parte di precedenti generazioni. Il dubbio che più ricorre riguarda il livello di preparazione che questo nuovo metodo possa dare: c’è chi si affiderebbe senza problemi a chi ha saputo studiare di questi tempi, molti invece sono scettici, credendo che un esame del genere non sia minimamente paragonabile a quello degli anni precedenti e che la cultura e la preparazione dei giovani sarà segnata da questo cambiamento.

Che ci voglia più o meno impegno e studio, dato che l’esame di maturità è comunque un evento che segnerà la loro vita, a questi ragazzi va il nostro grande “in bocca al lupo”.

 

*Carlotta Luchetti, studentessa del liceo artistico “Cantalamessa”. Articolo realizzato nell’ambito del progetto “Alternanza Scuola lavoro”



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